Due referenti dell'Isis per l'Italia sono pronti a manovrare ed arruolare decine di aspiranti jihadisti nel nostro Paese. È quanto emerge da fonti investigative. Se...
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Tra i fascicoli delle Procure, in uno dei vari filoni di indagine dell'Antiterrorismo, ci sono in particolare i nomi di due marocchini. Uno è Mohamed Koraichi, 31enne magrebino che ha lavorato nel milanese otto anni fa e dopo aver sposato un'italiana è scappato con la famiglia per combattere in Siria. Lui e la moglie, sono indagati con l'articolo 270 bis per terrorismo internazionale. Sono stati certificati i suoi contatti con il 28enne kickboxer italiano di origini marocchine Abderrahim Moutaharrik, arrestato dalla polizia, che avrebbe avuto l'intenzione di compiere attentati in Vaticano e all'ambasciata di Israele a Roma. Il secondo «ambasciatore italiano» dello Stato Islamico è un altro giovane marocchino che fino a qualche anno fa ha vissuto per un pò di tempo in Lombardia. Entrambi si trovano tra Siria e Iraq, in zone di guerra, ma hanno vissuto in Italia, e per questo scambiano informazioni con i soggetti radicalizzati nel nostro Paese. Gli occhi sono puntati anche sul ruolo di un 40enne algerino arrestato dalla Digos nel marzo 2016 nel Salernitano, Djamal Eddine Ouali.
L'uomo aveva già un mandato di cattura internazionale scaturito dalle perquisizioni effettuate in un sobborgo di Bruxelles alcuni mesi prima, dove tra centinaia di immagini erano emerse le foto e i nomi falsi usati da tre dei terroristi che avevano progettato e realizzato gli attacchi di Parigi e Bruxelles.
Il Gazzettino