Terrorismo, Cameron minaccia di bloccare WhatsApp: scontro nel governo

​David Cameron
​David Cameron vuole fermare il germe dell'ideologia jihadista in uno dei suoi terreni di coltura: il web. Il premier britannico minaccia di bloccare WhatsApp e altri...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
​David Cameron vuole fermare il germe dell'ideologia jihadista in uno dei suoi terreni di coltura: il web. Il premier britannico minaccia di bloccare WhatsApp e altri strumenti di comunicazione online, come iMessage e FaceTime, che non possono essere controllati dalle agenzie di sorveglianza.




Ma la controversa misura, contenuta nella proposta di riforma dello spionaggio elettronico anti-terrorismo voluta dal premier tory dopo le stragi di Parigi, raccoglie un secco no dagli alleati di governo. Cameron era stato categorico ieri lanciando la sua visione per nuovi e «forti» poteri alle agenzie di sorveglianza che conducono la lotta al terrore su internet. Devono essere in grado di leggere le e-mail e seguire la navigazione online. Ma questo non basta. «Vogliamo permettere nel nostro Paese un mezzo di comunicazione per trasmettere messaggi che non possiamo leggere?», si era chiesto il premier riferendosi a tutte quelle 'app' che consentono di criptare i contenuti.



La risposta alle domanda retorica è stata chiaramente «no». Questa misura drastica verrebbe discussa solo in caso di vittoria dei conservatori alle elezioni di maggio ma ha già scatenato la forte reazione degli alleati di governo libdem, che temono violazioni della privacy. Il vicepremier Nick Clegg si è oggi scagliato contro quella che i detrattori definiscono come la «carta degli spioni», il pacchetto di regole per le agenzie di sorveglianza che da tempo i conservatori vogliono introdurre. Per Clegg non è «non è proporzionato» e «mirato» ma rischia di colpire tutti i cittadini.



«Abbiamo ogni diritto di invadere la privacy dei terroristi e di quelli che riteniamo vogliano farci del male - ha aggiunto il leader libdem - ma a questo non deve corrispondere una invasione nella privacy di ogni singola persona nel Regno Unito». Le ragioni di Clegg sembrano però 'debolì di fronte a una minaccia che viene definita come sempre più impellente dal britannico Rob Wainwright, direttore di Europol, che oggi ha sottolineato, parlando a una commissione di Westminster, quanto si debba fare ancora per arginare il terrorismo online e come le società di internet debbano collaborare di più coi governi perchè «i social network sono mezzi di reclutamento e propaganda».



«La verità è che le autorità di sicurezza oggi non hanno la necessaria capacità per proteggere completamente la società da questo tipo di minacce», ha affermato. In questo modo i potenziali terroristi restano «fuori portata» rispetto all'azione delle polizie. Può succedere quindi, come rivelato oggi dal Times, che sui siti jihadisti giri una sorta di invito a prendere in ostaggio e decapitare un militare britannico, riproducendo l'attacco che nel 2013 a Londra ha causato la morte del soldato Lee Rigby.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino