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Terremoto al vertice delle Forze Armate al servizio di Vladimir Putin. Dall'inizio di giugno l'alto comando russo ha rimosso numerosi generali da ruoli di comando operativo, tra i quali il comandante delle forze aviotrasportate (VDV), generale-colonnello Andrei Serdyukov, e il comandante del gruppo dell'esercito meridionale (SGF), generale Alexander Dvornikov.
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Terremoto ai vertici dell'Esercito russo
Lo scrive l'intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione nel Paese. Secondo il rapporto, pubblicato dal ministero della Difesa su Twitter, Dvornikov verrà sostituito dal colonnello-generale Sergei Surovikin, la cui carriera soffre da oltre trent'anni di accuse di corruzione e brutalità.
Chi è Sergei Surovikin
Comandante delle Forze Aerospaziali, generale dell'Esercito russo, Surovikin è nato l'11 ottobre 1966 a Novosibirsk. Aveva assunto il ruolo lo scorso dicembre dopo che il 6 ottobre il colonnello generale Viktor Bondarev era stato rimosso dal vertice della Forza Aerospaziale russa (VKS) su ordine del presidente Putin.
Il curriculum
Dal novembre 2008 a gennaio 2010 Surovikin è stato Capo della direzione delle operazioni principali dello stato maggiore delle forze armate. Da gennaio a dicembre 2010 Capo di stato maggiore del distretto militare Volga-Urali (con sede a Ekaterinburg); da dicembre 2010 ad aprile 2012 Capo di stato maggiore del distretto militare centrale; nel 2012 ha guidato il gruppo di lavoro del Ministero della Difesa per istituire una polizia militare con un’ulteriore prospettiva di essere nominato capo della Direzione Principale della Polizia Militare. Da ottobre 2012 a ottobre 2013 è stato nominato Primo vicecomandante del Distretto Militare Orientale – Capo di stato maggiore (con sede a Khabarovsk) e nell’ottobre 2013 comandante dello stesso distretto. Dal marzo 2017, ultimo e prestigioso incarico che potrebbe aver convinto Putin alla sua scelta, ha comandato il raggruppamento interforze di stanza in Siria. Sotto la sua azione di comando Surovikin è riuscito a realizzare un significativo passo avanti nella lotta contro le diverse milizie jihadiste alla liberazione di gran parte del territorio della Siria, compresa le città di Deir ez-Zor, Mayadin e Abu Kamal, ultima roccaforte dello Stato Islamico.
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