Strage familiare in Svizzera: tre napoletani uccisi a Berna

Strage familiare in Svizzera: tre napoletani uccisi a Berna
La tragedia si è consumata all’improvviso, poco prima dell’alba. Alle 5,15 di ieri qualcuno ha composto il numero di emergenza della polizia di Interlaken -...

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La tragedia si è consumata all’improvviso, poco prima dell’alba. Alle 5,15 di ieri qualcuno ha composto il numero di emergenza della polizia di Interlaken - centro di seimila anime incastonato nella regione dell’Oberland - per segnalare una furiosa lite condominiale. Quando gli agenti sono arrivati sul posto hanno scoperto i corpi di tre persone agonizzanti. Nel salone al piano terra di un elegante villino di una zona residenziale di Unterseen giacevano nel sangue una donna e due uomini. Tutti e tre napoletani.


La notizia, rilanciata dal «Corriere del Ticino online», ha subito trovato conferma in un comunicato della polizia. Fonti investigative cantonesi confermano l’accaduto: «Un uomo e una donna sono stati trovati morti - si legge nella nota degli investigatori - mentre un terzo uomo è deceduto poco dopo il ricovero in ospedale». Un mistero. Le tre vittime sono tutte originarie di Napoli. Due le identità accertate: quelle di Pasquale Orefice e di sua moglie, Anna Esposito. Vivevano in Svizzera da 25 anni. Lui era un noto imprenditore del settore ittico: riforniva di pesce i migliori alberghi e ristoranti di Interlaken. Non ancora chiara l’identità della terza vittima, anche se - stando a notizie filtrate dal fitto riserbo degli inquirenti - dovrebbe trattarsi di un parente della donna. Forse il fratello.
 

Sulla scena del crimine non sono stati trovati bossoli né armi da fuoco. Il delitto potrebbe essere stato commesso con dei coltelli, ma anche su questo restano ombre e dubbi. «Secondo le prime informazioni - ha comunicato la Polizia elvetica bernese - si deve presumere che il triplice omicidio sia scaturito da un litigio familiare: niente attualmente indica il coinvolgimento di terzi». Una lite furiosa in ambito familiare, dunque. A coordinare l’inchiesta è scesa in campo la Procura Regionale di Berna, con la collaborazione dei servizi speciali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino