Usa, licenziato ex dipendente spara ai colleghi in fabbrica: 5 morti e 10 feriti, colpiti anche 5 poliziotti. Ucciso lo sparatore. Mappa

Cinque persone sono state uccise e 10 ferite, compresi cinque poliziotti,  in una fabbrica di Aurora, in Illinois, a circa 60 chilometri a ovest di Chicago. Lo sparatore...

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Cinque persone sono state uccise e 10 ferite, compresi cinque poliziotti,  in una fabbrica di Aurora, in Illinois, a circa 60 chilometri a ovest di Chicago. Lo sparatore è Gary Martin, un 45enne dipendente da 15 anni della stessa ditta, la  Henry Pratt, che produce valvole per tubi dell'acqua. Martin era andato a lavorare regolamente alle 7 di mattina, e non si sa come mai e perché alle 2 del pomeriggio, le 21 in Italia, abbia afferrato una pistola e cominciato a sparare contro i suoi colleghi. Martin è morto, ma la polizia non ha comunicato se sia stato un suicidio o se l'uomo sia stato ucciso dagli agenti.


“E' una vergogna che nel nostro Paese dobbiamo continuare a vivere simili situazioni di simile inutile crudeltà - ha detto il sindaco di Aurora, Richard Irvin -. Non ci sono parole per descrivere la pena di vedere cittadini del tutto innocenti uccisi senza motivo". Oltre alla polizia locale è intervenuta anche l'Fbi. Tutte le scuole della zona erano state messe in lockdown per precauzione. La fabbrica è molto vasta e occupa vari isolati della cittadina.
 

Numerose “vittime“ sono state trasportate in ospedale in elicottero. La polizia aveva chiesto agli ospedali di mandare “quante più ambulanze possibile“. 

A riconoscerlo l'operaio è stato John Probst, un altro dipendente di Herny Pratt, una delle maggiori aziende americane che producono valvole. «Sparava a tutti» dice Probst. La sparatoria ha colto di sorpresa Aurora, conosciuta come la «città delle luci», per essere stata la prima negli Stati Uniti ad adottare un sistema elettrico di illuminazione delle strade.

Aurora, con i suoi 200.000 abitanti, si trova a 70 chilometri da Chicago. La sparatoria cade all'indomani dell'anniversario della strage di Parkland, dove nel 2018 hanno perso la vita 17 persone, ed è destinata a riaprire il dibattito sulle armi. «La vera emergenza sono le armi» e Donald Trump «rifiuta» di ammetterlo, afferma l'ex parlamentare Gabby Gifford, sopravvissuta a strage. Trump, che ha seguito gli sviluppi a bordo dell'Air Force One diretto a Mar-a-Lago, ha ringraziato le forze dell'ordine e presentato le condoglianze alle vittime e alle loro famiglie. Questo non basterà però a placare le polemiche di fronte a quella che è un'emergenza vera, sostengono i democratici criticando neanche troppo velatamente quella dichiarata da Trump per il muro con il Messico.


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Il Gazzettino