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NEW YORK - Aveva lasciato una specie di testamento, con la spiegazione delle sue intenzioni omicide. E come vari esperti avevano sospettato, alla base c'era la voglia di suicidarsi. Audrey Hale, la killer della scuola di Nashville aveva scritto un messaggio di addio a una compagna, firmandosi con il nome Aiden, scelto dopo aver annunciato di essere transgender.
Nashville, il video della killer che imbraccia un fucile ed entra nella scuola prima della strage
Aveva preso di mira proprio la scuola elementare e media che aveva lei stessa frequentato, la Covenant School della Chiesa Presbiteriana, per trascinare con sé nella morte membri di una scuola che aveva odiato, forse perché molto restrittiva sulle identità gay e transessuali.
GLI USA DIVISI
All'indomani dell'ennesima sparatoria in una scuola in cui sono stati uccisi tre bambini di 9 anni e tre adulti che lavoravano nell'istituto, il Paese appare diviso quanto mai sulla questione delle armi e della violenza. E se il presidente e i democratici insistono sul problema della vendita di fucili d'assalto, di cui la killer era riuscita a comprane due legalmente insieme a ben altre cinque armi, i repubblicani usano la crisi come leva per attaccare la comunità transgender, con in testa il figlio del presidente Trump, Donald Junior che arriva a scrivere: «Piuttosto che parlare di pistole non dovremmo parlare di questi pazzi che spingono le loro mer*ate sul genere sui nostri figli?»
LE POLEMICHE E L'INCHIESTA
Una parte del partito repubblicano quello più vicino a Trump, nega diritto di esistenza e diritti civili ai transgender.
IL PIANO
Le autorità hanno comunicato di aver trovato nella stanza di Audrey molti scritti, incluso una mappa della scuola, e un piano meticoloso per come entrare e da dove sparare. È confermato che pochi minuti prima di recarsi alla scuola, la donna aveva scritto alla sua amica Averianna Patton: «Questa è una nota di suicidio. Ho intenzione di morire oggi. Tutto sarà chiaro, ho lasciato abbastanza informazioni, ma i miei genitori non sanno nulla» scrive la killer. «Audrey! Hai così tanto che dovrebbe spingerti a vivere!» la supplica l'amica, che nel frattempo ha fatto leggere il messaggio al padre che le chiede di telefonare al numero della prevenzione suicidi.
LA DINAMICA
Sono le 9,57, esattamente 16 minuti dopo Audrey comincia a sparare. Dal secondo piano prende di mira la prima auto della polizia che arriva a tempo record. Fatto indubitabile in questo caso: l'eroismo dei cinque agenti speciali che pur sotto tiro, scendono dall'auto e entrano nell'edificio e salgono le scale, sapendo di essere nel mirino dei fucili d'assalto della donna. Se si può trovare un elemento positivo in una simile disgrazia, deve essere questo: il coraggio dei cinque uomini che hanno rischiato la vita senza esitazione per salvare i bambini della Covenant School.
I GENITORI
Tutto da capire invece ancora è il ruolo dei genitori. I vicini hanno descritto la famiglia come «tranquilla» e «gentile». «Nulla mi avrebbe mai fatto pensare che Audrey avesse delle armi in camera sua, non era quel genere di famiglia»...
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Il Gazzettino