Usa, la strage nel giornale: il folle voleva vendicarsi di un articolo

Il bilancio finale si è fermato a cinque morti e tre feriti, ma poteva essere un massacro molto più grande. È stata la prontezza della polizia, fresca di un...

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Il bilancio finale si è fermato a cinque morti e tre feriti, ma poteva essere un massacro molto più grande. È stata la prontezza della polizia, fresca di un addestramento collettivo ideato proprio per casi di aggressione armata, che ha limitato il sangue versato giovedì nella redazione del quotidiano Capital-Gazette di Annapolis, nel Maryland. Il sospetto, che ieri è stato formalmente incriminato di cinque capi di omicidio volontario, è un 38enne che da anni era in lite con il giornale per un articolo comparso nel 2012 in cui si era sentito diffamato.


UNA VITA SOLITARIA
Si sa poco di questo Jarrod Ramos, uno specialista di computer che conduceva vita solitaria. Si sa però che era inferocito per un vecchio articolo del 2012, che raccontava di una denuncia contro di lui per bullismo nei confronti di una donna da cui aveva tentato di ottenere l'amicizia su Facebook. Ramos aveva intentato causa al giornale, perdendola, ma da allora aveva spesso minacciato i giornalisti, tanto che l'ex direttore, Thomas Marquardt aveva consultato la polizia sulla possibilità di lanciare un'ingiunzione contro l'uomo: «Questo tipo può farci del male» si era sfogato Marquardt. E male Ramos ha fatto.

ATTACCO PIANIFICATO
Da quanto dice la polizia, si era ben preparato, comprando un fucile, e pianificando l'attacco. Aveva anche bloccato la porta di uscita nel retro della redazione, in modo da intrappolare le sue vittime. Si era perfino bruciato i polpastrelli, perché la polizia non potesse identificare le sue impronte digitali. Il giornale che ha preso di mira è un piccolo giornale dedicato soprattutto alle notizie locali. È uno dei più antichi degli Usa, e ha un circolazione di circa 30 mila copie. Fa parte della catena di cui il gioiello più importante è il Baltimore Sun. I giornalisti sono tutti ben noti ad Annapolis, e la cittadina ha reagito con costernazione.


Gli stessi giornalisti si sono trovati a essere vittime e reporter, e non sono venuti meno al loro lavoro: poche ore dopo l'assalto, il giornale era in edicola, con la prima pagina dedicata al massacro. L'unica pagina rimasta del tutto bianca è stata quelle delle opinioni, uscita sotto il titolo «Oggi non abbiamo parole». Dal canto suo il presidente Trump che da anni inveisce contro i media e i giornalisti, arrivando a definirli «nemici del popolo», ieri ha avuto invece parole di sincero rammarico per le innocenti vittime dell'ennesimo pazzo armato: «Questo attacco è stato uno shock per le coscienze del Paese. I giornalisti, come tutti gli altri americani, dovrebbero essere liberi di fare il loro lavoro in tutta sicurezza».
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Il Gazzettino