Un combattente italiano, che si era unito alla causa curda nella lotta contro l'Isis, è morto in Siria circa un mese fa, in circostanze poco chiare. Si chiamava...
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Secondo le milizie con cui si era arruolato, sarebbe rimasto vittima di uno «sfortunato incidente». La notizia del decesso di Asperti è stata annunciata dallo Ypg, le Unità di protezione popolare, sul loro sito dove hanno pubblicato anche la sua foto in tenuta militare. In seguito, la sua morte è stata confermata dalla Farnesina, specificando che il consolato d'Italia a Erbil sta seguendo il caso con la massima attenzione ed è in contatto con i familiari per prestare loro ogni possibile assistenza.
I miliziani dello Ypg conducono ormai da quattro anni una guerra senza quartiere contro i jihadisti dello Stato islamico, nel nord della Siria. E grazie al sostegno degli americani, principalmente attraverso i raid aerei, hanno dato un contributo decisivo alla cacciata dei terroristi dalla gran parte dei territori che erano finiti sotto il controllo del 'Califfatò, a partire da Kobane e Raqqa. Inseguendo il sogno, insieme con altre fazioni curde presenti anche in Turchia e Iraq, di un Kurdistan unito e indipendente. Alla loro lotta si sono uniti anche molti stranieri, come appunto Giovanni Francesco Asperti, che però ne è rimasto vittima.
Le poche informazioni fornite dai curdi, al momento, fanno pensare che non sia morto in combattimento. «Il nostro commilitone è rimasto martirizzato in uno sfortunato incidente il 7 dicembre 2018 a Derik» (nel nordest della Siria, vicino al confine turco), ha spiegato lo Ypg sul suo sito, tributando comunque a 'Hiwa Boscò un encomio solenne: «Durante tutta la sua vita nella lotta di liberazione, ha dato l'esempio di una vera vita rivoluzionaria».
Il Gazzettino