«Schiava sessuale a 11 anni per le coppie sposate»: l'incubo di Christina e la setta del “sesso libero”

«Schiava sessuale a 11 anni per le coppie sposate»: l'incubo di Christina e la setta del 'sesso libero'
Il suo incubo è finito già da un pezzo, ma quel periodo della sua vita è ancora ben impresso nella sua mente. Christina Babin, madre di quattro figli, ora 42...

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Il suo incubo è finito già da un pezzo, ma quel periodo della sua vita è ancora ben impresso nella sua mente. Christina Babin, madre di quattro figli, ora 42 anni, non ha mai dimenticato la sua infanzia e adolescenza e l’orrore in cui è cresciuta, nella setta dei “bambini di Dio” (Children of God).




Ai media britannici, la donna ha raccontato di essere sopravvissuta alle molestie andate avanti per anni: era diventata una specie di schiava sessuale, all’interno di quel gruppo che la faceva viaggiare per il mondo, insieme ad altri adepti che le facevano subire abusi di ogni genere. «Il sesso era una buona cosa, dicevano. Ci veniva detto che potevamo divertirci - ha raccontato Christina al Mirror - Ero confusa, perché io invece non mi divertivo. Non capivo perché quella cosa così meravigliosa di cui parlavano, per me non lo era affatto».
I Children of God nacquero 50 anni fa, nel 1968, in California: già dai tempi del movimento hippie a fine anni Sessanta, dal Jesus Movement, si era iniziato a sperimentare l’uso del sesso per amore di Dio. E dalla metà degli anni ’70 fino al 1987, la pratica è andata avanti senza freni, usando il sesso quasi come arma: i membri di questa setta, nel nome della condivisione e del sacrificio, venivano praticamente costretti a fare sesso con gli altri adepti, e i bambini non erano fuori da questo tipo di meccanismo.



«Ci formavano per essere come robot, sempre sorridenti e felici - ha detto Christina - Non dovevamo piangere, non dovevamo giocare o leggere libri, chi piangeva veniva punito». A 11 anni, fu reclutata con la forza e costretta a diventare una schiava sessuale per coppie sposate: prima in Giappone, a 12 anni insieme al fratello e senza sua mamma, poi nelle Filippine, dove fu stuprata da alcuni uomini adulti. Poi la fine dell’incubo, il ritorno negli Stati Uniti e una nuova vita: ma dimenticare quegli anni, per quella che all’epoca era una bambina, è decisamente difficile. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino