La Corte di Giustizia Ue: si conceda asilo alle donne straniere a rischio violenza sessuale o familiare

La Corte di Giustizia Ue: si conceda asilo alle donne straniere a rischio violenza sessuale o familiare
Le donne extracomunitarie che rischiano di subire violenze e i cosiddetti delitti d'onore nel loro Paese d'origine possono chiedere protezione nell'Europa. Lo ha...

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Le donne extracomunitarie che rischiano di subire violenze e i cosiddetti delitti d'onore nel loro Paese d'origine possono chiedere protezione nell'Europa. Lo ha chiarito martedì la Corte di giustizia europea a Lussemburgo suggerendo che possono fare richiesta e ottenere lo status di rifugiato se sono effettivamente esposte a violenze fisiche, psicologiche, sessuali e domestiche. Inoltre possono avere diritto alla protezione se corrono il rischio di essere ammazzate da membri della loro famiglia di origine per proteggere l'onore della comunità, come per esempio nel caso di Samantha Saman, la ragazzina uccisa dal padre a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, perchè non voleva sposare un uomo pakistano scelto dalla famiglia. 

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Secondo i giudici, la direttiva europea sul riconoscimento dei rifugiati è applicabile alle donne nella misura in cui possono essere perseguitate a causa della loro «appartenenza a un particolare gruppo sociale». Secondo la Corte di giustizia europea, i criteri per tale appartenenza includono il genere e l'identità basata su norme o costumi sociali, giuridici o religiosi del loro Paese.

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L'antefatto preso in considerazione dalla Corte è il caso di una ragazza turca musulmana di origine curda che, secondo il suo stesso racconto, era stata costretta a sposarsi con la forza e contro la sua volontà in Turchia e poi era riuscita a rifugiarsi in Bulgaria per sfuggire alle ripetute violenze della sua famiglia; in seguito si era recata in Germania. Un tribunale bulgaro ha chiesto alla Corte di giustizia europea di interpretare il diritto europeo.


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La Corte ha fatto riferimento a una direttiva Ue (la 95 del 2011) sostenendo che debba essere interpretata nel rispetto della Convenzione di Istanbul, che vincola l'Unione Europea a riconoscere la violenza contro le donne basata sul genere come una forma di persecuzione.

 

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Il Gazzettino