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Città del Vaticano – In Canada, nel Quebec, questo Natale sarà ricordato negli anni a venire il divieto a partecipare a qualsiasi messa. I vincoli anti pandemia imposti dal governo hanno suggerito alle autorità religiose di trasferire tutte le celebrazioni natalizie, fino al 10 di gennaio, sul web, sfruttando la radio e la televisione. Una decisione drastica presa a malincuore davanti all'alto tasso di contagi e alle proteste per l'obbligo di green pass alle celebrazioni. «Tenendo conto delle misure sanitarie del governo, alcune chiese offriranno visite per le confessioni e celebrazioni online». I fedeli sono stati invitati a restare in contatto con le parrocchie via Facebook o per telefono.
I vescovi canadesi hanno così adottato misure creative per non fare perdere alla gente il contatto con il sacro.
Dalla scorsa settimana, il governo del Quebec ha richiesto - per la prima volta nella pandemia - che le persone siano dotate di un passaporto sanitario per partecipare alle funzioni religiose. Questa misura è stata male accolta da molti credenti e sacerdoti. Il vescovo inizialmente aveva pensato di programmare servizi all'aperto per aggirare l'obbligo di controllare i passaporti delle vaccinazioni. Ma visto che anche all'aperto non era possibile è arrivata la decisione drastica, niente messe in presenza fino al 10 gennaio
«Sono consapevole che sarà molto deludente non riunirsi in chiesa quest'anno per le celebrazioni di Natale e Capodanno, ma ritengo che sia nostro dovere partecipare allo sforzo collettivo per prevenire l'ulteriore diffusione del coronavirus», ha detto il cardinale Gérald Lacroix. L'arcidiocesi di Quebec spiega che questa misura eccezionale è destinata a tener conto della «gravità della situazione sanitaria» e che è stata presa «in consultazione con i responsabili delle parrocchie» e l'equipe che circonda l'arcivescovo di Quebec.
Il Gazzettino