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Cardigan blu e pantaloni scuri. Vladimir Putin, da solo al volante della sua automobile, si presenta a sorpresa nel campo per minorenni di Korsun in Crimea, nel nono anniversario dell'annessione della penisola formalmente ucraina. Una visita che è una doppia sfida.
Ucraina-Russia, blitz di Putin in Crimea - Video
Agli ucraini e occidentali che rivendicano la sovranità di Kiev sulla Crimea, e alla Corte penale dell'Aia che ha spiccato il mandato d'arresto per Putin e per la commissaria russa per i diritti dei bambini, proprio per la deportazione di migliaia di minori ucraini in Russia o nei territori occupati. Accanto a Putin sfilano il governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev, e il metropolita Tikhon di Pskov, ispiratore della conversione al cristianesimo di Putin. Non a caso è lui il responsabile del campo, organizzato attorno a rigidi principi di (ri)educazione culturale e nazionale in nome della Nuova Russia (Novorossiya), i territori con forte presenza russa sul Mar Nero da reintegrare nella Grande Madre. Torna alla mente Saddam Hussein che accarezza un bimbo britannico in ostaggio a Baghdad nel 1990.
LA SORTE DEI PICCOLI
Il dittatore e i minori ucraini etichettati russi, strappati ai genitori in zona di guerra e ri-educati.
LE VOCI
Il web è pieno di testimonianze delle madri. Parla pure un bambino, Oleksander, 12 anni, di Mariupol, che racconta la sua storia con una vocina a tratti tremante. Lui è fortunato, è tra i pochi (308 su 16.226 accertati) che sono stati recuperati da un parente dopo un viaggio interminabile. Racconta che lui, papà e mamma erano rimasti a Mariupol coi soldati ucraini, poi sono stati tutti catturati. «Non mi hanno neppure permesso di salutare la mia mamma». Ferito a un occhio, dall'ospedale è finito dritto in un centro dal quale sarebbe uscito solo per essere adottato da una famiglia russa. «Un giorno ho preso un telefonino a un mio amico e ho chiamato mia nonna Lyudmila e le ho detto di venire e portarmi via». Il resto è stato una vera avventura, per la nonna coraggiosa che è riuscita a riportare Oleksander a casa. Nel sito "children of war", nato come piattaforma e strumento per ritrovare i piccoli "perduti" e liberarli, si chiede di denunciare i crimini contro i bambini o segnalare i minori non accompagnati e quelli a cui si vorrebbero cambiare i documenti d'identità, facendoli diventare russi.
I RISCHI
Le istruzioni su come segnalare la sparizione vanno dal nome al luogo della presunta ricollocazione, lo status del bimbo (per esempio se orfano di guerra), una fotografia, tutti i contatti. In un rapporto dell'Università di Yale compare una mappa dei responsabili del programma di deportazione e ri-educazione. Al vertice c'è anche qui Putin, sotto di lui quattro personalità: il ministro dell'Istruzione, un vice-capo dello staff presidenziale russo (Kiriyenko), la Commissaria per i diritti umani, Moskalkova, e quella per i diritti dei minori, Llova-Belova. Sotto, altri undici funzionari. L'organigramma della vergogna.
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Il Gazzettino