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Viaggia verso la riconferma alla leadership politica del Portogallo il socialista Antonio Costa. Costretto a ripassare dalle urne per la rottura della coalizione di sinistra che l'aveva sostenuto per una legislatura e mezzo, il primo ministro uscente ora accarezza la possibilità di governare da solo o quasi. Secondo le prime proiezioni dei media portoghesi, il suo Partito Socialista (Ps) si appresta infatti a migliorare il risultato di due anni fa, quando ottenne il 36,34% dei voti, e potrebbe addirittura raggiungere la maggioranza assoluta di 116 deputati, obiettivo iniziale dell'ultima campagna, mentre i suoi alleati si indeboliscono.
<h2>I risultati</h2>
Rimane invece distante il centrodestra del Partito Social Democratico (Psd), indicato come principale rivale dei socialisti.
L'altro segnale politico in arrivo con le prime proiezioni della notte elettorale portoghese è la forte crescita di Chega, partito di estrema destra che dall'1,29% delle legislative precedenti potrebbe salire fino a circa l'8%. Un balzo in avanti che comporterebbe la fine dell'eccezione portoghese come territorio estraneo ai forti venti conservatori che spirano in altre zone d'Europa. E che potrebbe portare la formazione guidata dall'ex telecronista sportivo André Ventura, già mostratosi in sintonia sia con la Lega sia con Fratelli d'Italia, a diventare terza forza in Parlamento.
E dire che i portoghesi si erano svegliati stamattina in un clima di incertezza pressoché assoluta circa il futuro politico del Paese: gli ultimi sondaggi prima del voto indicavano una situazione di quasi parità tra il Ps e il Psd. In trepida attesa, i principali leader si sono diretti verso i quartieri generali dei loro partiti ancor prima che le urne fossero dichiarate chiuse in tutto il Paese. «Aspetterò serenamente i risultati», ha affermato Costa presso la sede socialista di Lisbona, incalzato dai giornalisti.
Con i sinora soci di coalizione del Blocco di Sinistra e del Partito Comunista-Verdi dati in calo di alcuni punti percentuali, per Costa si apre uno scenario favorevole: anche senza maggioranza assoluta, potrebbe cercare di riformulare un'alleanza di centrosinistra, ma partendo da una posizione più solida. Prospettiva che permetterebbe al Paese di far ripartire i piani di ripresa economica post-Covid con i fondi stanziati da Bruxelles: Lisbona dovrebbe ricevere circa 16,6 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti, messi in ghiaccio in attesa di una soluzione alla crisi politica interna. Nonostante le preoccupazioni della vigilia, visto che oltre 600.000 elettori sono attualmente in isolamento o quarantena, dati parziali e proiezioni indicano una partecipazione in crescita rispetto a quella di due anni fa, quando votò 48,75% degli aventi diritto).
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Il Gazzettino