Morto il cardinale polacco punito (tardivamente) per abusi: non sarà sepolto in cattedrale

Morto il cardinale polacco punito (tardivamente) per abusi: non sarà sepolto in cattedrale
Città del Vaticano - Una cosa è certa, il cardinale polacco punito per pedofilia e per collaborazionismo (con i servizi di sicurezza comunisti, ai tempi della Guerra...

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Città del Vaticano - Una cosa è certa, il cardinale polacco punito per pedofilia e per collaborazionismo (con i servizi di sicurezza comunisti, ai tempi della Guerra Fredda), non verrà sepolto nella cattedrale. Non come invece era stato concesso al cardinale Bernard Law quando è morto nel 2017. Law, infatti, è stato sepolto a Santa Maria Maggiore nonostante avesse coperto un prete pedofilo conclamato, spostandolo da una parrocchia all'altra, a Boston. Un caso raccapricciante portato sugli schermi anche dal film Spotlight. 

Il caso del cardinale polacco - deceduto questa mattina - Henryk Gulbinowicz è scoppiato due settimane fa: il 6 novembre scorso, mentre era già gravemente malato e - pare - in stato comatoso, il Vaticano per il tramite della nunziatura ha comunicato che nei suoi confronti erano scattate severe sanzioni a seguito di una lunga inchiesta.  A suo carico c'erano le accuse di avere abusato sessualmente, di atti omosessuali e di avere collaborato con l’allora Servizio di sicurezza.

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II Vaticano vietava a Gulbinowicz - ormai moribondo - di partecipare a qualsiasi celebrazione o riunione pubblica, di usare le insegne vescovili, e di non essere sepolto in cattedrale.  Oltre che al pagamento di un'adeguata somma di denaro sotto forma di donazione per le attività della Fondazione San Giuseppe, istituita dalla Conferenza episcopale polacca per sostenere le attività della Chiesa a favore delle vittime di abusi sessuali.

Il caso Gulbinowicz sta squassando la Chiesa polacca già terremotata per le inchieste sulla pedofilia che sta facendo affiorare un atteggiamento omertoso, teso più a coprire i pedofili che non a dare ascolto e giustizia alle vittime. Nella bufera è finito anche il cardinale Dsiwisz, già segretario di San Giovanni Paolo II, per avere ostacolato la giustizia e non avere dato seguito alle denunce che arrivavano ai vertici. Una accusa che lui ha negato. 

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Il Gazzettino