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Città del Vaticano – L'aver annunciato urbi et orbi l'appoggio a Putin giustificando così una guerra utile (anche) a frenare la decadenza occidentale nei costumi e nella morale, sta causando al Patriarca di Mosca Kirill smottamenti a catena e movimenti scismatici nel mondo ortodosso. L'ultimo scossone è avvenuto in Olanda tra il clero della Chiesa ortodossa russa di Amsterdam. In una dichiarazione pubblicata sul sito web quattro preti ortodossi olandesi hanno annunciato che «all'unanimità per loro non è più possibile restare all'interno del Patriarcato di Mosca e fornire un ambiente spiritualmente sicuro per gli stessi fedeli». Il verdetto firmato dai quattro sacerdoti di San Nicola di Myra - ad Amsterdam - è stato drammatico e di certo non facile. «Lo abbiamo preso con il cuore gonfio».
Inoltre hanno chiesto all'arcivescovo Elisey, della Chiesa ortodossa russa all'Aja, di concedere loro l'uscita canonica per unirsi alla Chiesa ortodossa di Costantinopoli. Praticamente l'anticipo di un mini scisma. Prima di arrivare a questo, per protestare contro le posizioni di Kirill sia sulla guerra in Ucraina e sia per aver dipinto un Occidente corrotto e in mano alle forze del male e alla lobby gay, avevano annunciato che non avrebbero più menzionato il nome del patriarca Kirill nella loro liturgia.
Le reazioni
Una mossa che ha fatto immediatamente reagire il vescovo ortodosso Elisey, il quale aveva avvertito i quattro preti ribelli di stare attenti, di tornare sui loro passi, perchè il Patriarcato di Mosca li stava osservando da vicino.
Anche il metropolita di Parigi, Jean de Doubna, che dirige circa 60 parrocchie di tradizione russa, ha espresso il suo sostegno all'Ucraina in una lettera aperta drammatica e fortissima, pubblicata mercoledì. Egli si faceva portavoce di un accorato appello a Kirill, affinchè intervisse sul presidente Putin a fermare il bagno di sangue.
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Il Gazzettino