Sono parole che faranno discutere. Il patriarca Kirill, il capo della Chiesa Ortodossa, nel corso di un'intervista con RT - la rete internazionale vicina al Cremlino - ha...
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Per Kirill tutto si tiene: molti migranti mostrerebbero dunque «resistenza» ai valori occidentali proprio a causa della «secolarizzazione radicale» qui avvenuta. Un atteggiamento più in linea con i valori religiosi, non il «cocktail» del multiculturalismo ma semmai «il modello russo» in cui ognuno può esprimere «liberamente» la sua identità «etnica e religiosa» nel rispetto delle leggi federali, genererebbe - secondo Kirill - «affinità» tra i migranti verso la cultura in cui devono integrarsi. L'atteggiamento dei paesi occidentali verso i diritti delle comunità omosessuali in un certo senso rientra in questo aspetto. «Noi - ha sottolineato - non condanniamo le persone che hanno diverse preferenze sessuali: grava sulla loro coscienza e sono affari loro. Ciò non deve essere discriminato o punito». Ma da qui ad elevare l'omosessualità a «norma sociale naturale» come il matrimonio tra un uomo e una donna per creare una famiglia ce ne corre. «Ecco perché crediamo che questa nuova tendenza costituisca una grave minaccia per l'esistenza della razza umana».
Una posizione senz'altro radicale che riflette però la severità dell'ordinamento russo, dove dal 2013 sono previste multe per chi fa «propaganda» di valori omosessuali nei confronti dei minori (formula che di fatto prevede una severa censura su ogni forma di comportamento non consona ai valori tradizionali).
Il Gazzettino