Sono i selfie dell'orrore: gli scatti di visitatori, spesso giovanissimi, che ostentano sorrisi (incoscienti) e comportamenti poco consoni, là dove si ricorda...
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«Persone che saltano, vanno sulla tavola da skate o addirittura in bici nella struttura – si legge sul sito di Yolocaust – all'interno della quale si trovano le 2711 stele che ricordano i sei milioni di ebrei sterminati». «Nessun evento nella storia dell'uomo – viene spiegato ancora – può essere paragonato all'Olocausto». Da qui, l'invito a comportarsi in maniera consona, in un luogo che ricordano lo sterminio messo in atto dai nazisti. Le immagini fotoshoppate - combinate con quelle dei cadaveri - sono state pubblicate senza il consenso dei relativi protagonisti ma, ad oggi, solo una persona ne ha chiesto la rimozione, dichiarandosi pentita del suo comportamento. «Ho ricevuto molti commenti positivi – ha detto l'autore parlando con il giornale Haaretz – anche da parte di chi lavora allo Yad Vashem e persino da alcuni insegnanti, che mi hanno chiesto di poter usare il mio progetto per le loro lezioni».
Il 28enne Shapira, che vive in Germania dall'età di 14 anni, ha vissuto sulla sua pelle la follia dei movimenti neonazisti. Nel gennaio del 2015 è stato oggetto di un'aggressione, la notte di Capodanno, da parte di un gruppo di giovani che stavano cantando inni antisemiti e antisraeliani e ai quali aveva intimato di smettere.
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Il Gazzettino