Non si sentiva un eroe ma lo era. Non aveva mai cercato un riconoscimento e fino al 1988 nessuno sapeva chi fosse Nicholas Winton, lo "Schindler inglese", che salvò quasi 700...
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Tutto cominciò da una mancata settimana bianca che, naturalmente, non si chiamava così. Nell'inverno del 1938, poco dopo Natale, l'allora broker alla Borsa di Londra, nato e cresciuto a Londra da genitori ebrei di origine tedesca, decise di andare in Svizzera a sciare. Ma poi, convinto da un amico, cambiò destinazione e finì a Praga, nell'allora Cecoslovacchia, dove iniziò a capire che i rischi erano altissimi per i rifugiati - soprattutto per i bambini - che arrivavano dalla dalla zona dei Sudeti, annessa in ottobre alla Germania dopo l'accordo di Monaco. A quel punto Winton cominciò a pianificare l'evacuazione, lavorando su due fronti: da una parte organizzò i trasferimenti, persuadendo i tedeschi a non bloccare l'operazione, dall'altra si attivò con inserzioni sui giornali inglesi cercando volontari che potessero ospitare i bambini. Il primo treno partì il 14 marzo 1939, il giorno prima dell'invasione nazista. L'ultimo nell'agosto dello stesso anno. A settembre lo scoppio della guerra interruppe tutto e Winton, dopo aver fatto il volontario nella Croce Rossa, si arruolò nella Royal Air Force. Pochi ricordarono e nessuno ne parlò più.
Poi la scoperta degli appunti da parte della moglie, i riconoscimenti e soprattutto l'emozione dei bambini, diventati grandi, che cominciarono a scrivergli e ad andarlo a trovare.
Il Gazzettino