«Non siamo per scadenze arbitrarie, ma non vogliamo nemmeno trattative senza fine»: così il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, a proposito del tavolo dei negoziati sul...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il negoziato sul nucleare iraniano, che prosegue oltre il termine che era stato fissato alla mezzanotte del 31 marzo, presenta ancora dei nodi da sciogliere, tra i quali la tempistica sulla revoca delle sanzioni e la capacità di Teheran di produrre in segreto un ordigno atomico.
TEMPI - È il maggiore nodo da sciogliere. I tempi di durata dell'accordo stesso, che gli iraniani verrebbero non più lunghi di dieci anni, mentre gli Usa preferirebbero 15 e la Francia ancora di più. E anche sui tempi della revoca delle sanzioni sembrano esserci ancora divergenze significative: Teheran vorrebbe che fosse contestuale all'inizio dell'applicazione dell'accordo, mentre in particolare Usa e Francia spingono per un alleggerimento progressivo e collegato al rispetto dei termini dell'accordo, e anche alla totale e costante disponibilità alle ispezioni di verifica.
BOMBA - Aperta anche la questione del tempo necessario a Teheran per realizzare in segreto un ordigno atomico, una volta che ne avesse acquisito la capacità: il cosiddetto 'breakout'. L'amministrazione Obama vorrebbe limitare l'arricchimento dell'uranio in modo che il 'breakout' sia di almeno di un anno, tempo giudicato sufficiente per un eventuale intervento che fermi Teheran.
SCORTE - Tra le questioni tecniche, lo scoglio maggiore sembra riguardare le scorte di combustibile nucleare. Inizialmente sembrava che l'Iran avesse accettato di inviare in Russia l'uranio arricchito di cui dispone, ma la delegazione iraniana ha smentito.
CENTRIFUGHE - Un'intesa di massima sembra invece raggiunta su aspetti come il numero di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio che l'Iran potrà continuare ad usare. Si parla di 6.000 delle oltre 10 mila di cui attualmente dispone. Allo stesso tempo, gli impianti saranno sottoposti a controlli e verifiche costanti da parte degli ispettori internazionali.
Sarebbe inoltre stato già delineato il quadro di attività consentite agli impianti nucleari di cui dispone Teheran, compreso quello super-fortificato di Fordow, che apparentemente potrà continuare ad usare alcune centinaia di centrifughe con elementi come zinco, xenon o germanio, utili dunque solo a fini medici, industriali e legati alla ricerca scientifica.
Il Gazzettino