Una delle peggiori débacle subite dall'intelligence americana negli ultimi decenni. A raccontarla al New York Times sono alcuni funzionari ed ex funzionari...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sono dunque bastati due anni a Pechino per smantellare la rete di spionaggio Usa in Cina. Mentre a Washington ci si interroga come sia stato possibile. E ci si divide: tra chi è convinto della presenza di una talpa all'interno della Cia che ha tradito gli Stati Uniti e chi sostiene invece che gli hacker cinesi si siano introdotti nei sistemi dell'agenzia di intelligence e abbiano rubato le informazioni contenute nelle comunicazioni con le fonti straniere. Un dilemma questo che a distanza di anni non è stato ancora risolto. Tutti - scrive il New York Times - sono invece d'accordo sui danni: dalla fine del 2010 alla fine del 2012 è stata una strage di spie.
Una di queste sarebbe stata uccisa di fronte a un suo collega nel cortile di un edificio governativo, una sorta di messaggio a tutti coloro che collaboravano con la Cia. Molti sono invece finiti dietro le sbarre. Le vittime in un caso e nell'altro sarebbero complessivamente almeno 18, ma qualcuno parla di 22. E rievoca la Guerra Fredda, quando una situazione simile si verificò in Unione Sovietica in seguito al tradimento di Aldrich Ames e Robert Hanssen, ex funzionari di Cia ed Fbi che per anni svelarono a Mosca i dettagli sulle operazioni di intelligence Usa.
Pechino sarebbe dunque riuscita ad intaccare l'attività di spionaggio Usa.
Il Gazzettino