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«Io chiedo che si costruisca una soluzione europea» è stata la risposta di Giorgia Meloni quando stamattina, durante la conferenza stampa di presentazione del decreto aiuti quater, è arrivata l'inevitabile domanda sulla sulla crisi dei migranti con la Francia. Parole semidistensive che arrivano all'indomani dell'annuncio del ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin che il governo di Parigi ha sospeso l'accordo con l'Italia per il ricollocamento di 3500 persone. Ma quali sono attualmente le regole europee per l'immigrazione e l'accoglienza?
Il regolamento di Dublino
Il testo di riferimento per il controllo delle frontiere esterne dell'Unione Europea è il Regolamento di Dublino, emanato in seguito alla convenzione omonima del 1990 a cui partecipano tutti gli Stati membri tranne la Danimarca, più Svizzera, Liechstein, Irlanda e Norvegia. Il regolamento è in vigore dal 1997 ed è stato modificato nel 2003 e nel 2013 da revisioni che non hanno però toccato il cardine dell'accordo, che rappresenta però anche l'elemento al centro delle polemiche.
La Francia blocca l'accoglienza
L'accordo di cui il governo francese ha annunciato la sospensione è invece un'intesa molto più recente risalente allo scorso giugno, che coinvolge 19 stati membri e quattro paesi extraschengen per un totale di 23. Si tratta di accordi di redistribuzione su base volontaria, che dunque non impone nessun obbligo ai sottoscrittori. Il piano prevede la redistribuzione di 10mila migranti arrivati nel Sud d'Europa, di cui circa 7000 accolti dall'Italia. Gli Stati che non hanno offerto disponibilità ad accogliere gli immigrati sono invece tenuti a offrire contributi economici per il rimpatrio di chi non viene ritenuto idoneo a restare. La grossa novità rispetto ai precedenti è che questo accordo non riguardava, come Dublino, soltanto i richiedenti asilo, ma anche i migranti economici. Entro giugno 2023 la Francia avrebbe dovuto accoglierne 3500, la Germana 3000, ma ad oggi, secondo il Viminale, il totale dei ricollocati è di 117, di cui 38 in Francia, 74 in Germania e 5 in Lussemburgo. In cambio l'Italia e gli altri paesi di approdo devono identificare tutti i migranti in arrivo e inserire le informazioni nella banca dati comune Eurodac, il database europeo delle impronte digitali. Sebbene l'intesa fosse stata salutata come «storica» dalla commissaria Ue agli Affari Interni Ylva Johansson, la gran parte dell'onere dell'accoglienza resta comunque sui paesi di primo approdo (Su 90mila sbarcati in Italia fino a oggi, solo 7-8mila rientrano potenzialmente nei ricollocamenti). La soluzione di lungo termine sarebbe un nuovo regolamento che superasse Dublino e prevedesse un meccanismo di redistribuzione automatica dei migranti, accordo da cui però siamo lontani anni luce.
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