Navi cinesi nel Mar Rosso e nel Canale di Suez: così le compagnie sfruttano l'immunità di Pechino agli attacchi Houthi

Queste linee cinesi più piccole, scrive il Financial Times, «servono porti come Doraleh a Gibuti, Hodeidah nello Yemen e Jeddah in Arabia Saudita, che hanno tutti dovuto affrontare grandi cali di traffico»

C'è anche la Cina nel Mar Rosso e nel Canale di Suez. Diverse compagnie di navigazione cinesi hanno redistribuito le loro navi per servire quell'area, in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

C'è anche la Cina nel Mar Rosso e nel Canale di Suez. Diverse compagnie di navigazione cinesi hanno redistribuito le loro navi per servire quell'area, in quello che gli analisti hanno definito come un tentativo di sfruttare la percepita immunità della Cina dagli attacchi Houthi che, cacciando la gran parte degli altri operatori dall'area per i legami con Israele, hanno dichiarato di agire a sostegno dei palestinesi di Gaza durante la guerra Israele-Hamas. Queste linee cinesi più piccole, scrive il Financial Times, «servono porti come Doraleh a Gibuti, Hodeidah nello Yemen e Jeddah in Arabia Saudita, che hanno tutti dovuto affrontare grandi cali di traffico».

Houthi, nuova strategia Usa contro gli attacchi: cosa prevede e quando è iniziata 

L'obiettivo

Lo scopo è di sfruttare gli spazi lasciati vacanti «dalle linee di trasporto marittimo internazionale di container», dirottate altrove «per evitare potenziali attacchi da parte dei ribelli Houthi». Tra le compagnie di navigazione impegnate in tal senso, aggiunge il quotidiano, c'è Transfar Shipping, con sede a Qingdao, che sul suo sito web si descrive come «attore emergente nel mercato transpacifico», offrendo servizi tra Cina e Usa. Due delle tre navi di Transfar Shipping, la Zhong Gu Ji Lin e la Zhong Gu Shan Dong, operano attualmente in Medio Oriente. I leader Houthi, sostenuti dall'Iran, hanno assicurato che non attaccheranno le navi associate a Cina o Russia, entrambe alleate di Teheran, finché non avranno legami con Israele. Gli Usa hanno chiesto alla Cina di sollecitare l'Iran a tenere a freno gli Houthi, senza apparente successo.

I dati 

I dati di MarineTraffic, un servizio di localizzazione e analisi delle navi, hanno mostrato che sette cargo impiegati dai nuovi operatori cinesi erano attivi in altri mercati nell'ottobre 2022. Il sito web della Sea Legend, compagnia sconosciuta in precedenza con sede a Qingdao, ha sottolineato che le sue navi battono bandiera cinese e navigano attraverso la zona di pericolo del Mar Rosso scortate dalla marina dell'Esercito popolare di liberazione. La società ha lanciato a gennaio un servizio per collegare i porti turchi, tra cui Istanbul, con la Cina attraverso il Mar Rosso, oltre a servire i porti di Aden nello Yemen, Doraleh a Gibuti, Jeddah in Arabia Saudita, Aqaba in Giordania e Sokhna in Egitto. Citando in forma anonima un manager della Sea Legend, il Global Times, il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo, ha riferito che l'azienda è «l'unica» ad offrire un servizio di linea settimanale nella regione del Mar Rosso dall'Asia all'Europa «sulla scia dell'aggravarsi della crisi marittima», forte della protezione offerta dalla Marina cinese.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino