La nave anti-droni Bergamini nel Mar Rosso, ecco la mossa italiana nell'Operazione Aspis (con tre fregate in campo)

Oltre alla dotazione di missili antimissili, la fregata è in grado anche di far decollare droni dal ponte riservato agli elicotteri

Operazione Aspis: tre fregate pronte a essere schierate, Roma pensa alla nave anti-droni Bergamini
Tre navi e un migliaio di militari Ue, tra operativi e di supporto. Dopo il via libera arrivato ieri dal Consiglio europeo dei ministri degli Esteri, inizia a riempirsi il...

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Tre navi e un migliaio di militari Ue, tra operativi e di supporto. Dopo il via libera arrivato ieri dal Consiglio europeo dei ministri degli Esteri, inizia a riempirsi il contenitore della missione “Aspis” a difesa dei mercantili in viaggio nel Mar Rosso. Al netto dell’accelerazione provata ad imprimere anche dal ministro Antonio Tajani per i dettagli operativi bisognerà attendere ancora. Tuttavia lo schema su cui si sta ragionando è quello di inviare ad incrociare le rotte dei cargo che attraversano il pericoloso stretto di Bab el-Mandeb tre differenti fregate con a bordo sistemi anti-razzo e anti-drone. A fornirle dovrebbero essere i principali proponenti della missione, ovvero Italia, Francia e Germania. Tuttavia, per una questione di interoperabilità e coordinamento, la terza imbarcazione potrebbe anche essere belga o olandese, lasciando ai tedeschi e agli altri paesi interessati le attività di supporto, come l’impiego di navi ospedale (l’italiana Vulcano dovrebbe rientrare a breve). Da chiarire anche la sede del quartier generale della missione - crescono le quotazioni francesi, già guida della missione “Agenor” su cui si baserà Aspis - e, soprattutto, il comando reale sul campo. 

 

 

La strategia italiana

Intanto alla Difesa - nella consapevolezza che la pianificazione non può realmente cominciare fino all’approvazione finale della missione, prevista per il 19 febbraio - si comincia a ragionare su quale imbarcazione della nostra Marina Militare possa essere impiegata nelle acque del Mar Rosso.

 

 

La Martinengo

Ad oggi è già presente la fregata missilistica Martinengo, arrivata da pochi giorni per sostituire la Fasan (che era operativa dal 24 dicembre scorso ed aveva un meno utile allestimento anti-sommergibile). Ma la nave lunga 44 metri a partire dal prossimo 8 febbraio entrerà a far parte della missione Atalanta per il contrasto alla pirateria a largo della Somalia. Destinazione da cui non dovrebbe essere sottratta. Per questo, per garantire l’apporto necessario alla nascente operazione difensiva europea, a Roma si valuta l’impiego della Marceglia, primo prodotto della collaborazione italo-francese Fremm (Fregate europee multi-missione).

 

 

Dal Mar Baltico al Mar Rosso

La nave e l’equipaggio da circa 200 uomini stanno infatti rientrando dal Mar Baltico - oggi si trova in Germania - dove ha preso parte alla missione Brilliant Shield della Nato prima di essere sostituita a fine 2023 dalla Luigi Rizzo. L’idea sarebbe quindi reindirizzarla nel Mar Rosso, ma solo dopo uno scalo in Italia che ne possa garantire la sostenibilità logistica e, eventualmente, procedere ad un cambio dell’equipaggio. «Poco più di un’ipotesi» garantiscono fonti della Difesa.

 

 

La fregata Bergamini

Del resto, spiega chi nel governo segue da vicino il dossier, c’è possibilità che invece a prendere parte alla missione “Aspis” sia la capoclasse del Fremm della Marina, la fregata Bergamini, una delle navi più avanzate al mondo. Pur essendo la meno recente tra le imbarcazioni in dotazione alla Marina, la Bergamini ha il vantaggio non solo di aver appena partecipato alle esercitazioni congiunte con alleati europei e statunitensi nell’Indo-Pacifico (e sarà fondamentale il coordinamento con la missione britannica e a stelle e strisce nel Mar Rosso), ma soprattutto di essere l’unica in grado di far decollare i droni del progetto ScanEagle dal ponte per gli elicotteri. Un’arma in più per disinnescare la minaccia oggi rappresentata dai ribelli Houthi. 

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Il Gazzettino