Come è morto Navalny? «Trombosi può essere causata da avvelenamento, anche pregresso»: l'ipotesi del cardiologo

Sotto il termine trombosi rientra un po' di tutto: dall'infarto, all'ictus, all'embolia polmonare fino all'ipotesi di avvelenamento

Come è morto Navalny? «Trombosi può essere causata da avvelenamento, anche pregresso»: l'ipotesi del cardiologo
Fare chiarezza sulla morte di Alexey Navalny non sarà semplice. Tutto ciò che sappiamo, attraverso il filtro della tv di Stato russa, è che l'oppositore...

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Fare chiarezza sulla morte di Alexey Navalny non sarà semplice. Tutto ciò che sappiamo, attraverso il filtro della tv di Stato russa, è che l'oppositore numero uno di Putin è deceduto per un «coagulo sanguigno». Prendendo per vera questa versione, è lecito chiedersi come è possibile che un uomo di soli 47 anni possa essere stroncato da una trombosi e se, eventualmente, questa possa essere stata indotta dalle particolari condizioni in cui era tenuto.

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Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italia di Cardiologia, commenta all'Ansa: «È impossibile fare valutazioni in questa circostanza. Di certo sotto il termine trombosi rientra un po' di tutto: dall'infarto, all'ictus, all'embolia polmonare fino perfino all'ipotesi di avvelenamento».

 

Cos'è la trombosi

«La trombosi è la formazione di un coagulo nei vasi sanguigni, sia arteriosi sia venosi. Il coagulo può formarsi in qualunque organo: cervello cuore, polmoni, arti inferiori», spiega. «Le trombosi che più frequentemente causano la morte sono quelle a carico di un'arteria del cervello o del polmone (in tal caso si parla di embolia) e quelle in cui si verifica un'ostruzione delle arterie coronarie, cioè l'infarto».

 

Cosa ha causato l'embolo

La probabilità che questi eventi si verifichino in un uomo di 47 anni non sono alte anche se non sono impossibili. «La trombosi cerebrale direi che è improbabile; potrebbero starci invece un'embolia o un infarto», continua Perrone Filardi. Specie se ci sono condizioni che ne aumentano il rischio.

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«Il freddo estremo potrebbe essere una di queste; ma anche lo stress, sia acuto sia cronico oppure condizioni genetiche predisponenti», prosegue lo specialista. «Tra le condizioni che potrebbero aumentare il rischio di un'embolia polmonare fatale c'è invece l'immobilità: in un detenuto che fosse tenuto per molto tempo - giorni - senza la possibilità di muoversi potrebbe verificarsi una trombosi venosa profonda, con la formazione di un coagulo che può raggiungere i polmoni».

 

L'ipotesi avvelenamento

Infine, un'ipotesi è che la trombosi possa essere correlata a un avvelenamento: «Veleni come il mercurio potrebbero teoricamente causarla», aggiunge lo specialista. A tal proposito, conclude, «un'altra ipotesi è che il tentativo di avvelenamento subìto in passato possa avere causato danni che hanno aumentato il rischio di eventi trombociti».

 

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Il Gazzettino