Berlino ha «prove inequivocabili» dell'avvelenamento di Alexei Navalny, colpito in Russia con un agente nervino del gruppo Novichok, la stessa sostanza usata...
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Navalny, il governo tedesco: «È probabile sia stato avvelenato, si riprenderà»
Navalny, aereo partito per la Germania. Dottoressa: «Perso tempo per cancellare tracce veleno»
Navalny era sorvegliato durante viaggio in Siberia. «Sapevamo di essere seguiti»
A Mosca all'inizio tergiversano: non ne sanno nulla, la replica. Il rublo crolla, e il Cremlino si dice «disposto a collaborare». Ma poi arriva una dichiarazione sibillina, che rivolta la questione: in Russia, prima del trasferimento, le analisi su Navalny non presentavano tracce di veleno. Quello che si consuma in queste ore tra Merkel e Putin è molto più del solito braccio di ferro con il leader che la ricevette coi cani al Cremlino e che fa hackerare il Bundestag. Lo scontro diplomatico con lo zar tocca con oggi soglie mai viste prima, nei quattro governi di frau Angela. E non si sono fatte attendere le condanne dell'Occidente, dagli Usa all'Ue: con la Casa Bianca che ha affermato «di essere profondamente turbata dal riprovevole avvelenamento» e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha l'ha definito «un atto spregevole e codardo», sottolineando che avviene «ancora una volta» e chiedendo che i responsabili siano «assicurati alla giustizia». Reazioni alle quali si sono aggiunte quelle di Londra, Parigi, e del segretario generale della Nato Stoltenberg. A Berlino, sul caso Navalny la cancelliera sembra aver perso l'enorme pazienza che contraddistingue il suo stile politico. Alla luce del «referto chiaro» del centro di tossicologia dell'esercito tedesco che si occupa di proteggere civili e militari da attacchi chimici, la Merkel ha convocato sei ministri (il vicecancelliere, i delegati di Esteri, Difesa, Interni, Giustizia e Cancelleria); ha informato il suo gruppo parlamentare e ha telefonato al presidente della Repubblica. L'epilogo di questa frenetica attività è stato l'annuncio di consultazioni con i partner Ue e Nato, per «una reazione adeguata comune, alla luce di quella che sarà la risposta di Mosca». Mentre il ministro degli Esteri Heiko Maas ha convocato l'ambasciatore russo per chiedere un'inchiesta che faccia piena chiarezza sul crimine.
Anche le parole della cancelleira sono molto nette: «Lo Charité ha dato incarico a specialisti di tossicologia dell'esercito tedesco per delle analisi.
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Il Gazzettino