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Per mesi la famiglia di Louise Smith, 16enne di Havant, in Gran Bretagna, si è chiesta chi e perché avrebbe mai potuto far del male alla ragazza. Louise era amata da tutti, era una brillante studentessa e non aveva mai manifestato alcun problema. Quando è sparita la famiglia ha pregato che la sua assenza fosse temporanea, ma sapeva che non si sarebbe mai allontanata senza dire nulla. Un dolore difficile da rimarginare e che viene ravvivato a poche ore dall’inizio del processo. Shane Mays, 30 anni, marito di una cugina di Louise, si è dichiarato colpevole di omicidio colposo. Una notizia che ha sconvolto la famiglia che adesso vuole sapere cosa è successo nel pomeriggio dello scorso 8 maggio.
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Louise fu vista l’ultima volta verso mezzogiorno.
Il procuratore James Newton-Price QC ha dichiarato: «Questa difesa non è accettabile. Dobbiamo andare a processo per arrivare a dire se si è trattato o no di un omicidio colposo». La verità, almeno quella giudiziaria, verrà fuori in aula, mentre una famiglia distrutta prova ancora a rispondere a una sola domanda: perché?
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