Sacrosanta la denuncia della violenza, controproducente l'onda «puritana» che ha invaso media e social network dopo il caso Weinstein: in prima su Le Monde,...
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Questa giustizia sbrigativa - continuano le donne nella loro denuncia - ha già fatto le sue vittime, uomini puniti nell'esercizio del loro lavoro, costretti a dimettersi, avendo avuto come unico torto quello di aver toccato un ginocchio, tentato di strappare un bacio, o aver parlato di cose intime in una cena di lavoro, o aver inviato messaggi a connotazione sessuale a una donna che non era egualmente attirata sessualmente». Proprio su quest'ultimo punto, la distinzione netta fra la «violenza sessuale», che è «un crimine» e il «rimorchio» che «non è neppure un reato», si concentra la battaglia delle 100 controcorrente: «Noi difendiamo la libertà di importunare, indispensabile alla libertà sessuale», siamo «abbastanza mature» da «non confondere un goffo tentativo di rimorchio da un'aggressione sessuale».
Deneuve e le altre, «in quanto donne», gridano il loro desiderio di «non riconoscersi in questo femminismo che, al di là della denuncia degli abusi di potere, assume il volto dell'odio verso gli uomini e la sessualità».
Il Gazzettino