L'Italia non lo preoccupa minimamente, ma è «importante» che resti nell'area euro, che sia «parte dell'Europa». Steven Mnuchin, il...
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Seduto al bar dell'hotel Fairmont ordinando un bourbon doppio al termine della cena del G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali, Mnuchin appare rilassato pur essendo sotto il fuoco di fila delle critiche degli alleati per i dazi imposti dall'amministrazione Trump a Unione Europea, Canada e Messico. A una domanda sui dazi non risponde, scuote la testa. Ma sull'Italia parla: a chi gli chiede se è preoccupato per la situazione italiana risponde con un secco «assolutamente no». Neanche le reazioni dei mercati dei giorni scorsi sembrano turbarlo: «il mercato ha avuto dei problemi. Il governo sa e capisce le questioni che deve affrontare», dice. Incalzato sull'appartenenza dell'Italia all'area euro non ha dubbi: «È importante per l'Italia restare nell'area euro, essere parte dell'Europa».
Il nuovo governo dovrà «lavorare con l'Europa, con noi. Rispettiamo il processo del nuovo» esecutivo. La giornata di Mnuchin è stata intensa. Poco dopo il suo arrivo al G7 all'ora di pranzo ha avuto due incontri bilaterali, uno con il suo omologo giapponese Taro Aso, l'altro con il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz. Aso ha sollevato con Mnuchin i temi dell'Iran e della Corea del Nord. Con Scholtz il faccia a faccia di 40 minuti è stato dominato dai dazi americani, ritenuti dal ministro tedesco «sbagliati» e «illegali».
Durante i 40 minuti di confronto onesto e aperto, Scholz - riferiscono alcune fonti - ha espresso le sue preoccupazioni sul debito americano e avrebbe sollevato con Mnuchin anche il tema dell'Iran, mettendo in evidenza come l'uscita degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare con Teheran ha effetti sull'Europa.
Il Gazzettino