Guerra tra Israele e Libano, ancora tensione sulla Blue Line: Hezbollah spara su basi esercito Idf, lo Stato ebraico risponde

Oggi c'è stato un nuovo scambio di colpi

Israele e Libano, la tensione sale: Hezbollah spara su basi esercito Idf, lo Stato ebraico risponde. Paura per i militari italiani
Giorni di fortissime tensioni in Libano per i militari della missione Unifil. Dopo il 7 ottobre ci sono state continue schermaglie e scontri reciproci sulla Blue Line: droni,...

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Giorni di fortissime tensioni in Libano per i militari della missione Unifil. Dopo il 7 ottobre ci sono state continue schermaglie e scontri reciproci sulla Blue Line: droni, lanci di missili anticarro, esplosioni sia da parte israeliana che libanese che hanno provocato finora sette morti, tra cui quattro combattenti Hezbollah, sul lato libanese. Ieri (domenica 15 ottobre, ndr) però c'è stato il lancio di un razzo che ha avuto impatti su entrambi i lati della Linea Blu. È stato colpito il quartier generale a Naqoura ma si deve ancora capire e verificare da dove sia partito il razzo. Non si registrano feriti ma questo episodio è preoccupante perché é l'ennesimo campanello d'allarme su una possibile escalation.

Poche ore fa, oggi, c'è stato un nuovo scambio di colpi al confine tra Israele e Libano. Hezbollah afferma di aver attaccato «cinque basi» dell'Esercito dello Stato ebraico, che a sua volta ha colpito obiettivi nel sud del Libano. 

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 I segnali sono contraddittori. Il premier uscente libanese Nagib Miqati ha detto oggi che non ha senso aprire un fronte nel sud del Libano e che «il governo sta continuando i suoi contatti in patria e all'estero per mantenere, per quanto possibile, la calma sulla scena locale e proteggere il (Libano) dalle ripercussioni della guerra a Gaza». Nessuno vuole che si alzi il livello dello scontro. Poi però è arrivata anche la notizia che l'Organizzazione mondiale della sanità ha accelerato la consegna di forniture mediche essenziali e che secondo il Centro di informazioni dell'Onu (Unic) a Beirut, queste prime due spedizioni contengono medicinali e attrezzature mediche sufficienti per circa un migliaio di potenziali feriti. Ci si prepara alla guerra?

 

La Blue Line, cos'è chi c'è e il ruolo dei militari italiani

La missione Unifil nasce nel 1978 a seguito della Risoluzione Onu 425. La Linea blu che corre per 120 chilometri sulla frontiera tra Israele e Libano. Ma attenzione, quella Linea blu non può tecnicamente considerarsi un confine terrestre tout court bensì una linea, appunto, tracciata nel 2000 dall'Onu che lì ha inviato circa 10.000 caschi blu di 49 diverse nazionalità e di cui l’Italia è il principale contributore dopo l’Indonesia, seguita da India, Nepal, Malaysia, Ghana, Spagna e Francia. Israele e Libano sono Paesi in guerra. Lì i militari Unifil fanno peacekeeping: operano, cioè, per preservare la pace e la sicurezza in quei territori che sono contesi. Missione molto difficile in questi giorni, dopo l'attacco sferrato da Hamas a Israele. Perchè in Libano (e quindi nell'area nord dello Stato ebraico) ci sono le truppe armate sciite di Hezbollah sostenute dall'Iran e che cooperano con i sunniti di Hamas, attivi a sud dello Stato ebraico: a Gaza. L'obiettivo di entrambe le formazioni terroristiche, si sa, è sempre uno e indivisibile: distruggere Israele. 

 

I militari Unifil possono usare la forza?

In quanto missione di mantenimento della pace l'Unifil ha il mandato di garantire la stabilità nella zona, proteggere la popolazione civile e sostenere le parti nell'assolvimento delle rispettive responsabilità per il raggiungimento di un cessate il fuoco permanente. Nell'esercizio del loro mandato, il personale Unifil può esercitare il proprio diritto intrinseco di autodifesa. Inoltre, per l'uso della forza al di là dell'autodifesa e fatta salva la responsabilità primaria del governo del Libano, Unifil può, in determinate circostanze e condizioni, ricorrere all'uso proporzionato e graduale della forza per garantire che la sua area di operazioni non sia utilizzata per attività ostili; resistere con mezzi energici ai tentativi di impedire all'Unifil di assolvere i suoi compiti nel quadro del mandato autorizzato dal Consiglio di sicurezza; proteggere il personale, le strutture, gli impianti e le attrezzature delle Nazioni Unite; garantire la sicurezza e la libertà di circolazione del personale delle Nazioni Unite e degli operatori umanitari e proteggere i civili sotto la minaccia imminente di violenza fisica.

 

Perché Hezbollah sta distruggendo le telecamere di videosorveglianza

Il gruppo terrorista di Hezbollah del Libano ha detto che lunedì ha iniziato a distruggere le telecamere di sorveglianza su diversi posti dell'esercito israeliano lungo il confine, tra cui uno fuori dalla città israeliana di Metula. Il gruppo militante sembra voler impedire all'esercito israeliano di monitorare i movimenti sul lato libanese del confine. Israele ed Hezbollah sono acerrimi nemici e si sono già combattuti nel 2006. Israele stima che Hezbollah abbia circa 150.000 razzi e missili puntati contro lo Stato ebraico. Israele e Libano si contendono diversi territori, come il villaggio di Ghajar e le fattorie di Shebaa, territori controllati da Israele ma reclamati dal Libano e rivendicati con le armi dagli Hezbollah. Biden ha messo in guardia tutti gli attori mediorientali chiedendo che si impegnino a non estendere il conflitto. E intanto ha anche inviato navi da guerra promettendo pieno sostegno per Israele. 

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Evacuate 28 comunità sul confine. Israele minaccia «reazione micidiale»

Il ministero della Difesa israeliano ha annunciato che verranno evacuati i residenti di 28 comunità a 2 km dalla Blue Line per la minaccia crescente di un secondo fronte nel nord di Israele. Le persone saranno trasferite in alberghi e pensioni pagati dal governo israeliano. «Se Hezbollah compirà un errore per metterci alla prova, la nostra reazione sarà micidiale»: questo l'avvertimento giunto oggi del portavoce militare israeliano Daniel Hagari dopo gli scontri a fuoco di ieri al confine con il Libano. «Gli Hezbollah - ha aggiunto - operano dietro istruzione e con il sostegno dell'Iran, mettendo così in pericolo il Libano».

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Il Gazzettino