Migranti, Tunisia ne salva 100 partiti dalla Libia: «Erano in pericolo, il motore del gommone era rotto»

Migranti, Tunisia ne salva 100 partiti dalla Libia: «Erano in pericolo, il motore del gommone era rotto»
Cento migranti erano in mare e in pericolo perché il motore del loro gommone si era rotto. Ma a salvarli ci ha pensato una nave della marina della Tunisia: tra loro...

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Cento migranti erano in mare e in pericolo perché il motore del loro gommone si era rotto. Ma a salvarli ci ha pensato una nave della marina della Tunisia: tra loro c'erano anche otto bambini e dieci donne. Stavano cercando di raggiungere clandestinamente l'Europa a bordo di un'imbarcazione.

Lo ha dichiarato in una nota il ministero della Difesa di Tunisi precisando che questi migranti, «tutti» provenienti da Paesi dell'Africa subsahariana, dopo aver lasciato la Libia, sono stati intercettati da una nave militare tunisina al largo di Zarzis, nel sud-est della Tunisia. «Erano in pericolo. Il motore della loro barca si è rotto», ha detto all'Afp Mohamed Zekri, portavoce del ministero. I 100 sono stati portati alla base marittima di Sfax «per essere successivamente consegnati alle unità della Guardia nazionale per prendere le misure legali necessarie contro di loro», ha detto il ministero. La Tunisia aiuta regolarmente i migranti che lasciano la vicina Libia e che naufragano nel Mediterraneo centrale, una delle rotte migratorie più mortali secondo le Nazioni Unite.

Il 18 maggio scorso, più di 50 persone sono state dichiarate disperse e circa 30 sono state soccorse al largo della costa tunisina dopo che la loro barca partita dalla Libia è affondata. Le Nazioni Unite hanno contato più di 700 morti nel Mediterraneo tra il 1 gennaio e il 17 maggio 2021 e 1.400 nel 2020. Le partenze dalla Libia sono aumentate notevolmente, con 11.000 partenze da gennaio ad aprile 2021, ovvero il 73% in più rispetto allo stesso periodo lo scorso anno, in particolare a causa del «deterioramento» della situazione degli stranieri nel Paese, secondo l'Alto Commissariato per i rifugiati (Unhcr).

 

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Il Gazzettino