Il Consiglio d'Europa chiede chiarimenti all'Italia sul suo accordo con la Libia, ricordando l'obbligo di rispettare i diritti dei migranti e di non esporli al rischio...
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Le richieste di spiegazioni sono contenute in una lettera che il commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa Nils Muiznieks, ha inviato a Minniti il 28 settembre. In particolare, si domandano informazioni sugli accordi presi con la Libia; «quali salvaguardie l'Italia abbia messo in atto per garantire che le persone eventualmente intercettate o salvate da navi italiane in acque libiche, non siano esposte al rischio di essere vittime di trattamenti e pene inumane e degradanti e alla tortura»; e indicazioni sul nuovo codice di condotta per le ong, coinvolte in operazioni di salvataggio in mare.
«Mai navi italiane o che collaborano con la Guardia costiera italiana hanno riportato in Libia migranti tratti in salvo» specifica Minniti, spiegando che «l'attività delle autorità italiane è finalizzata a formazione, equipaggiamento e supporto logistico della Guardia costiera libica, non ad operazioni di respingimento». Nella lettera che il Viminale ha inviato al commissario, ma che quest'ultimo non ha ancora ricevuto, si evidenzia inoltre che «la più recente strategia italiana, condivisa e apprezzata a livello europeo» ha come obiettivo la gestione dei flussi migratori al fine di ridurre il rischio di incidenti e naufragi, «un rischio che potrà essere azzerato solo con l'interruzione delle partenze».
Nella sua risposta il ministro specifica anche che l'Italia «non sottovaluta affatto il tema del rispetto dei diritti umani in Libia e, anzi, lo considera cruciale» e sta lavorando per un rafforzamento della presenza nel Paese di Unhcr e Oim.
Il Gazzettino