Il vertice finale dovrebbe svolgersi a fine marzo a Roma, con l’obiettivo di riuscire ad attuare l’intero piano europeo per il graduale rafforzamento delle...
Accedi all'articolo e a tutti i contenuti del sito
con l'app dedicata, le newsletter e gli aggiornamenti live.
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Leggi l'articolo e tutto il sito ilgazzettino.it
1 Anno a 9,99€ 69,99€
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.
L'abbonamento include:
- Accesso illimitato agli articoli su sito e app
- La newsletter del Buongiorno delle 7:30
- Tutte le newsletter tematiche
- Approfondimenti e aggiornamenti live
- Dirette esclusive
I TECNICI
Due giorni fa, la prima riunione tecnica si è svolta a Tripoli. È stato un po’ il debutto sul campo del neo ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Buccino Grimaldi, alla presenza dei rappresentanti del Dipartimento pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, del Comando Generale della Guardia di finanza, del Comando generale delle Capitanerie di porto, della Marina militare italiana e i vertici della Marina e della Guardia Costiera libica. Un piccolo summit incentrato sullo sviluppo del progetto italiano per la gestione integrata delle frontiere e dell’immigrazione, che ha come obiettivo «il graduale rafforzamento delle capacità delle competenti autorità libiche in questi settori, inclusa la lotta al traffico di migranti, nonché la ricerca e soccorso in mare».
IL DIALOGO
L’Italia, dunque, riparte con il progetto, anche se, nel corso degli ultimi mesi, la situazione sul territorio sembra molto cambiata. Il generale Haftar sta conquistando sempre più posizioni, e ora ha anche il Fezzan dalla sua parte. Qualche resistenza rimane da parte di Misurata, ma non durerà ancora a lungo. Allora diventa sempre più importante che l’inviato dell’Onu Ghassam Salamè riporti sui binari del dialogo i rapporti con il feldmaresciallo, visto che negli ultimi tempi tra i due, si sono registrate non poche tensioni. Leggi l'articolo completo
su Il Gazzettino