PARIGI - È stato il presidente del Ciad Idriss Deby a ricordare per un attimo ieri perché si trovavano tutti all'Eliseo, Emmanuel Macron, il premier italiano...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL FORMAT
Il piano non è nuovo, ma inedito è tutto il resto: il format-migrazioni euro-africano composto dai Quattro maggiori paesi Ue, più i tre paesi africani di transito e, finalmente anche dalla ministra europea Mogherini, una strategia comune, il riconoscimento che niente basta ma tutto si deve tentare, aiutarli a casa loro con la cooperazione economica e di sicurezza, inviando anche uomini per sorvegliare le frontiere meridionali del Sahel, lottare con tutti i mezzi contro i trafficanti, smantellando anche il pericoloso sistema economico che hanno messo in piedi, stabilizzare la Libia («l'accordo con l'Italia è un esempio» ha detto Merkel, «accordo perfetto» per Macron), e infine realizzare un dispositivo nei paesi del Sahel - Ciad, Niger e Mali - per identificare i migranti, stabilire il loro status, chi ha diritto all'asilo e chi invece migra per questioni economiche, e infine stilare liste chiuse per l'eventuale ricollocamento in Europa.
Insomma, sono gli Hot Spot trasferiti nei paesi di transito e che da ieri si preferisce chiamare in altro modo, «una collaborazione con l'Unhcr e l'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni per gestire insieme la situazione dei migranti, in buone condizioni umanitarie», ha spiegato Gentiloni. L'Europa cerca di muoversi. «Certo abbiamo cominciato a reagire in ritardo - ha detto il premier italiano - ma si cominciano a vedere i primi, fragili risultati, anche nel corridoio centrale del Mediterraneo che era il più difficile. Rispetto a un anno fa abbiamo fatto enormi progressi».
Quella dei migranti è una «sfida che ci riguarda tutti e che nessuno può risolvere da solo» ha detto Macron al termine di un pomeriggio dedicato a incontri bilaterali e poi al vertice a otto, il nuovo format euro-africano sulle migrazioni.
LA SINTONIA
Agire insieme è stata la parola d'ordine, particolarmente importante proprio per il presidente francese, il cui debutto sulla scena politica europea e internazionale ha sollevato sospetti di eccessivo protagonismo. Altre parole chiave: sicurezza, efficacia, umanità, la quadratura del cerchio tra i valori europei, la fattibilità dell'accoglienza e l'opportunismo politico. Il presidente francese ha salutato «un piano d'azione a breve termine molto rapido per contrastare il fenomeno intollerabile dei trafficanti di esseri umani, prevenire ulteriori problemi e ulteriori flussi e prevedere la possibilità di organizzare un rientro nei Paesi di origine».
«Il sistema Dublino deve essere rivisto, i Paesi cosiddetti d'arrivo sono sfavoriti» ha sottolineato da parte sua Merkel. «Abbiamo fatto un passo avanti» si è felicitato Gentiloni, che ha messo in guardia da soluzioni miracolo: «Negli ultimi mesi abbiamo conseguito dei risultati che vanno ottimizzati, ma questo impegno va europeizzato perché non può essere lasciato a un solo Paese. Il vento può cambiare». Perché alle dichiarazioni congiunte seguano anche i fatti, gli Otto di Parigi hanno annunciato la formazione di una task force che valuterà l'attuazione sul terreno degli impegni presi all'Eliseo e un prossimo incontro in Spagna prima del vertice Ue-Africa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino