NEW YORK – La grande “onda blu” non c’è stata, i democratici hanno vinto la Camera ma di stretta misura, e i repubblicani conservano il Senato. In...
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I giornali Usa parlando dell’ “anno della donna”, che in realtà fanno risalire al 2016 e alla vittoria di Donald Trump. Il movimento della “resistenza” nato con la grande manifestazione tenuta dalle donne a Washington subito dopo l’insediamento alla Casa Bianca dell’imprenditore newyorchese ha facilitato la scesa in campo di un numero record di donne, e molte di queste sono di diversa estrazione, come le due nuove deputate musulmane, Rashida Tlaib e Ilham Omar, le due native indiane, Shrice Davids e Deb Haaland, e numerose afro-americane.
“E’ stato il culmine di due anni di frustrazione, rabbia e attivismo” commenta il New York Times, ricordando come in questi ultimi due anni le donne hanno lavorato per imparare a muoversi in politica, e hanno allargato i temi del discorso per includere anche temi non necessariamente percepiti come “femministi”. Le candidate che si sono presentate alle elezioni hanno offerto programmi vasti che includevano anche l’ambiente, la sanità, la questione delle armi, l’istruzione.
Quindici dei 23 seggi della Camera che i democratici hanno strappato ai repubblicani, ottenendo la maggioranza, sono stati conquistati da donne. Ma c’è anche un rovescio della medaglia: nella corsa del Senato, il partito democratico ha perso due nomi importanti, la senatrice del Missouri Claire McCaskill e quella del North Dakota Heidi Heitcamp. Erano di fatto le ultime figure democratiche elette nei due Stati molto repubblicani e molto pro-Trump. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino