È tornato in Italia Gabriele Micalizzi, il fotografo ferito l'11 febbraio scorso nella Siria orientale, sulla linea del fronte tra le forze curde e i miliziani...
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L'operazione di rimpatrio è stata coordinata dall'Unità di crisi della Farnesina. Dopo i primi momenti nei quali si era temuto per la sua vita, il reporter italiano è stato dichiarato fuori pericolo ma le conseguenze delle schegge del razzo Rpg, esploso vicino a lui, che lo hanno centrato sono pesanti. Gli sono state amputate due falangi del medio e del mignolo della mano destra, il braccio sinistro è fratturato, ed è compromesso, ma recuperabile, l'udito dalla parte sinistra.
Ma il problema più grave riguarda la lesione al nervo ottico dell'occhio sinistro per il quale sono già intervenuti i chirurghi nella capitale irachena. Ora le cure proseguiranno a Milano. Le prime notizie dopo l'esplosione parlavano di perdita della vista ma poi era stato lo stesso Micalizzi a far sapere di vedere ancora. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione al ferimento del fotografo. L'indagine è coordinata dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco che ha affidato la delega ai carabinieri del Ros per ricostruire la dinamica dei fatti. Si procede per attentato con finalità di terrorismo.
Micalizzi è stato colpito su un edificio dal quale anche la Cnn stava effettuando riprese durante l'offensiva delle forze curdo arabe nell'area di Dayr az Zor contro l'ultimo bastione dell'Isis.
Il Gazzettino