Mar Rosso, così l'Iran ha aiutato gli attacchi degli Houthi alle navi. L'analisi degli 007 Usa

Secondo l'intelligence di Washington, Teheran avrebbe un ruolo più che mai attivo nei blitz dei ribelli contro le navi commerciali occidentali

Mar Rosso, così l'Iran ha aiutato gli attacchi degli Houthi alle navi. L'analisi degli 007 Usa
Più di cento attacchi nell’ultimo mese, una dozzina di navi commerciali danneggiate e, soprattutto, una serie di raid che portano con sé il concreto rischio di...

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Più di cento attacchi nell’ultimo mese, una dozzina di navi commerciali danneggiate e, soprattutto, una serie di raid che portano con sé il concreto rischio di un’escalation militare. Il Mar Rosso è sempre più fronte caldo della guerra che da Gaza si sta allargando al Medio Oriente e ora gli Stati Uniti - già intervenuti nell’area con la propria flotta - puntano il dito senza mezzi termini contro l’Iran, reo di sostenere, e in qualche modo di guidare, gli attichi dei ribelli Houthi dello Yemen contro le navi non militari. «Teheran è profondamente coinvolta nella pianificazione delle operazioni contro le navi commerciali nel Mar Rosso», ha spiegato ieri alla Cnn il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, Adrienne Watson. Un coinvolgimento che riguarda sia la fornitura di droni e missili utilizzati dai miliziani pro Hamas, ma soprattutto i sistemi di monitoraggio senza i quali il gruppo yemenita avrebbe fatto molta fatica a tracciare le rotte delle navi in un’area così ampia. «Nonostante l’Iran abbia rilasciato dichiarazioni di facciata in cui prende le distanze dall’operato degli Houthi - ha spiegato Watson - abbiamo elementi per sostenere che, al contrario, abbia sostenuto i ribelli, consentendo loro di lanciare gli attacchi contro Israele e contro gli obiettivi marittimi».

«Senza l’appoggio di Teheran gli Houthi avrebbero grosse difficoltà a rintracciare e colpire efficacemente le navi commerciali che percorrono le rotte di navigazione attraverso il Mar Rosso e il Golfo di Aden» ha spiegato ancora Watson, sottolineando l’importanza dei sistemi di monitoraggio forniti dall’intelligence di Teheran. Diverso il discorso legato alle armi che, pur essendo di provenienza iraniana, sono nelle mani dei ribelli da più tempo, essendo parte del piano di armamento nel gruppo che gli ayatollah hanno sottoscritto nel 2015.

Lo scenario

Questa settimana gli Stati Uniti hanno lanciato l’operazione Prosperity Guardian, una coalizione marittima volta a rafforzare la sicurezza nel Mar Rosso meridionale. Finora più di 20 nazioni, tra cui l’Italia, hanno aderito all’iniziativa. Il piano è scattato dopo che gli Houthi hanno dichiarato l’intenzione di sferrare un attacco ogni 12 ore contro le navi occidentali, accusate di sostenere Israele. «La dimensione molto significativa degli attacchi contro le navi commerciali nel Mar Rosso è aumentata a un livello che non si vedeva da almeno due generazioni», ha spiegato martedì un alto funzionario militare statunitense. Un clima di tensione che ha convinto molti tra i colossi economici mondiali, tra cui la petrolifera BP e la compagnia di navigazione Maersk, a sospendere le operazioni del Mar Rosso preferendo rotte più ampie - che prevedono la circumnavigazione dell’Africa - con risvolti pesanti sui costi e sulle economie occidentali.

 

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Il Gazzettino