All'alba di oggi la Greater Manchester Police ha effettuato altri due arresti nell'ambito delle indagini sull'attentato all'Arena di Manchester portando...
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Dalle indagini in corso emerge in modo sempre più evidente che la strage di Manchester è stata preparata meticolosamente, con i crismi d'una vera organizzazione, e covata per un anno nella mente di Salman Abedi: il 22enne figlio di ex rifugiati politici libici in Gran Bretagna che lunedì si è fatto esplodere all'uscita del concerto d'Ariana Grande uccidendo 22 persone (7 i bambini), lasciandone altrettante sospese fra la vita e la morte e ferendone decine.
Le indagini non sono ancora riuscite a dare scacco matto a tutti i componenti della cellula che si presume abbia agito, ma sembrano aggiungere un tassello ogni giorno che passa: tanto da far evocare al numero uno dell'antiterrorismo di Scotland Yard, Mark Rowley, «progressi immensi». Mentre si stempera - anche al sole del G7 di Taormina, dove Theresa May incassa il sostegno di Donald Trump e degli altri leader - la tensione tra Gran Bretagna e Usa dopo la ripetuta divulgazione ai media da parte di 007 americani di informazioni riservate d'intelligence condivise fra alleati. E le successive scuse di Washington.
L'allerta nel regno resta intanto al livello “critico” - il più elevato - e spunta qualche elemento d'allarme pure per episodi d'odio anti-musulmano moltiplicatisi fino a oltre 50 negli ultimi giorni nell'area di Manchester: opera di «una minoranza», precisa il capo della polizia locale, Ian Hopkins, ma comunque preoccupanti e che «non saranno tollerati». Quanto al filone principale dell'inchiesta, il Times rivela che Abedi e chi lo ha aiutato avevano pianificato tutto. Un conto bancario era stato aperto e lasciato “dormiente” già un anno fa, per essere poi usato per acquistare il materiale necessario a seminare la morte. E da mesi era stato affittato l'appartamento individuato come covo e luogo d'assemblaggio dell'ordigno fatale: una cosiddetta bomba all'acetone, imbottita di Tatp, esplosivo instabile, ma micidiale conosciuto come “la madre di Satana” e divenuto atroce “biglietto da visita”, da Parigi a Bruxelles, delle missioni assassine di molti seguaci e simpatizzanti dell'Isis. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino