Madre faceva sesso con il ragazzo della figlia adolescente: condannata a 15 anni

Gli aveva regalato uno smartphone con Facebook e Snapchat per comunicare
È stata condannata a 15 anni di carcere la madre che ha molestato per mesi il fidanzato della figlia. È successo in Georgia, ad Alpharetta. La vittima è un...

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È stata condannata a 15 anni di carcere la madre che ha molestato per mesi il fidanzato della figlia. È successo in Georgia, ad Alpharetta. La vittima è un giovane di 15 anni a cui Kathy Tompa voleva insegnare il gioco della seduzione per conquistare la ragazza. Heather Dunn, procuratore della contea di Forsyth, ha raccontato al giudice come Kathy ha adescato l’adolescente che aveva iniziato a frequentare quella casa da pochissimo tempo. Già lo scorso maggio Mrs Tompa era stata arrestata ma rilasciata dopo breve tempo per mancanza di prove. La donna, infatti, ha fatto qualsiasi cosa pur di nascondere le prove. Ma i genitori del ragazzo si erano accorti che qualcosa non andava: i suoi voti a scuola peggioravano e anche nell’atteggiamento non era quello di sempre. Così gli hanno sequestrato tutti i dispositivi elettronici e, come spesso accade in storie di questo genere, le chat e i social sono stati determinanti per incastrare il colpevole.


È saltato fuori che questo rapporto è andato avanti per sei mesi e che lei gli aveva regalato uno smartphone su cui aveva installato Facebook e Snapchat per poter comunicare. I primi gesti espliciti, ha detto la Dunn, risalgono al dicembre 2015: «Lei gli insegnava a giocare con la figlia, a sedurla, a trovare il momento giusto per togliersi la camicia e toccarle le natiche». Poi, approfittando dell’assenza del marito, Kathy Tompa ha invitato il ragazzo a casa sua, a notte fonda, per fare sesso. Il procuratore Dunn sostiene che la Tompa si sia anche sottoposta ad un intervento per ingrandire il seno e invogliarlo nei rapporti. La madre del ragazzo ha dichiarato: «Ha rubato l’innocenza di mio figlio, la sua infanzia. Sono arrabbiata con lei e con me stessa». Adesso l’adolescente sta seguendo un percorso terapeutico psicologico e la famiglia si è trasferita perché non sopportava l’umiliazione subita. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino