Un uccellino abbatte il caccia. Un First-tweet del neo presidente Usa, Donald Trump, ieri, ha fatto crollare a Wall Street il titolo Lockheed Martin il colosso aeronautico...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Pochi minuti dopo la comunicazione social, Lockheed Martin bruciava in Borsa un quantitativo - a fine contrattazioni - di quattro miliardi di dollari e mandato in fibrillazione migliaia di famiglie legate agli stabilimenti di produzione a Fort Worth in Texas, a Nagoya in Giappone, a Cameri (Novara) in Italia. Non potendo mandarlo a quel paese, i vertici Lockheed si sono detti «Lieti di avere l'opportunità di affrontare i dubbi che il Presidente eletto ha sul programma (da 400 milioni di dollari, ndr)», specificando che «Gli F-35 sono meno costosi di ogni altro simile jet».
Nel frattempo però il danno era stato fatto. Un po' come quando, il 6 gennaio, sempre via Twitter, Trump aveva sentenziato «La Boeing sta costruendo un nuovo Air Force One per i futuri presidenti, ma i costi sono fuori controllo, oltre quattro miliardi di dollari. Cancelliamo l'ordine!», ottenendo un eguale invito al chiarimento da parte aziendale, ma anche l'altrettanto crollo in Borsa del titolo. Senza volerlo definire «Ignorante come un bambino», come il quotidiano di cinese Global Times a proposito dei pronunciamenti di Trump su Taiwan; è indubbio che il neo presidente usi i social come inconsueta e molto spericolata arma di comunicazione. Altro che Top Gun. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino