Non poteva, Jean-Claude Juncker, offrire una sola opzione per il dopo-Brexit. Quella dell'Europa a più velocità o a geometria variabile cara a Angela Merkel,...
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Sarebbe infatti un suicidio il ripiegamento verso un'Europa che fosse solo mercato unico (opzione gradita agli ex Paesi dell'Est), mentre suona del tutto irrealizzabile lo scenario più ambizioso: un'Europa che diventi come gli Stati Uniti (o quasi) con un unico seggio all'Onu e ministro delle finanze comune, etc. Eppure, Juncker per indicare la strada da qui al 2025 per l'Unione orfana della Gran Bretagna, ha voluto suggerire anche queste opzioni. L'ha fatto per ragioni diplomatiche, per non urtare i Paesi contrari all'Europa a più velocità e per non irritare i leader (olandesi, francesi, tedeschi) alle prese con la campagna elettorale.
L'Unione che hanno in mente Juncker, Merkel e Gentiloni si aggrappa al motto "meglio pochi ma buoni". E prevede il rilancio delle cooperazioni rafforzate a trattati invariati. Senza cioè il diritto di veto per quegli Stati che si volessero tirare indietro. Un sistema già utilizzato con la moneta unica e con Schengen (la libera circolazione di cose e persone), ma che alla fine di quest'anno, dopo le elezioni tedesche, dovrebbe diventare la norma e non più l'eccezione. L'Europa a Ventisette infatti ha dimostrato di non funzionare.
L'Italia, vista la debolezza dell'Unione e il forte vento populista, non teme di essere esclusa dal gruppo di testa. Gentiloni è convinto che Roma possa far parte dell'avanguardia. Anche perché l'Unione a più velocità non potrebbe prescindere dall'Italia, visto che si parla di difesa comune, sicurezza, lotta al terrorismo con la cooperazione di polizie e intelligence, procura europea contro le frodi fiscali, standard sociali. Progetti ambiziosi che non marciano a Ventisette, ma che Merkel spera di portare avanti, appunto, a gruppi ristretti. Sempre se riuscirà a sconfiggere alle elezioni del 24 settembre il leader della Spd Martin Schulz, in grande crescita nei sondaggi. Ma europeista, per fortuna, quanto Frau Merkel. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino