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Neutralizzare la capacità di fuoco di Hamas, distruggere la rete dei tunnel della Striscia, ma anche decapitare chirurgicamente i vertici dell’organizzazione jihadista. Una strategia, quest’ultima, che Israele sta perseguendo dal giorno dopo la strage del 7 ottobre. Con due obiettivi. Il primo, nell’immediato, quello di «rendere più debole l’esercito avversario» (come ha spiegato ieri il portavoce Hagari), eliminando i suoi “generali” e mettendosi così nelle condizioni di poter giocare sul campo una partita più semplice; il secondo, pensato sul lungo termine, di rendere estremamente complessa, se non impossibile, la riorganizzazione del gruppo jihadista per gli anni a venire.
Ismail Haniyeh, il capo di Hamas
All’interno di questa strategia rientra il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, l’uomo che ha raccolto lo scettro dallo storico fondatore del gruppo terroristico, lo sceicco Ahmed Yassin. Haniyeh vive in un lussuoso albergo in Qatar con la sua grande famiglia e da lì, super protetto, tesse le trame del terrore guidando i suoi uomini sul campo. Ieri il leader dei terroristi è ricomparso in un video farneticante, in cui chiede «il sangue delle donne, dei bambini e degli anziani per risvegliare dentro di noi lo spirito rivoluzionario, per spingerci ad andare avanti».
Fino ad ora, per non acuire le tensioni con altri Paesi, il Mossad si è limitato a seguirlo da “lontano”. Ma le immagini di Haniyeh che festeggia ridendo le stragi del 7 ottobre sono rimaste negli occhi di tutti. E l’impressione è che, una volta finite le operazioni militari sul campo, Israele torni ad “occuparsi” dei sui nemici anche all’estero. Tanto è vero che è già pronta una squadra mista Shin Bet-Mossad che lavorerà alla ricerca, «in tutto il mondo», degli artefici della carneficina.
Il lavoro sul campo
Nel frattempo, però, gli obiettivi di Gerusalemme stanno andando avanti velocemente sul campo.
Ma queste sono soltanto le due ultime operazioni in ordine cronologico. Prima di ieri le forze israeliane avevano inflitto altri duri colpi alla catena di comando di Hamas. A partire dall’uccisione di Shadi Barud, il numero due dell’intelligence di Gaza, considerato il braccio destro di Yahya Sinwar, leader di Hamas all’interno della Striscia. Prima di lui erano stati eliminati anche il responsabile dei sitemi missilistici di Khan Younis, Hassan Al-Abdullah e Madhath Mubashar, comandante del Battaglione occidentale sempre di Khan Younis.
La lista nera
Arrivati a questo punto, oltre ad alcuni elementi di livello intermedio, le attenzioni di Israele sono tutte per due uomini: Mohammed Deif e Yahya Sinwar. Il primo è una specie di mito per gli appartenenti ad Hamas. Il 58enne, soprannominato “il fantasma”, sarebbe già sfuggito a 4-5 tentativi di eliminazione da parte degli israeliani. Ma, anche se malconcio (è costretto a muoversi sulla sedia a rotelle) è riuscito sempre a cavarsela. Deif è una delle menti dietro la costruzione dei tunnel più moderni sotto la Striscia e ha guidato, oltre a diversi attacchi terroristici, anche la progettazione dei razzi Qassam, quelli che stanno piovendo sul territorio israeliano. Lui e Sinwar, capo assoluto di Hamas a Gaza, sono in cima alla lista nera di Israele. Ma entrambi si muovono senza telefoni, dormono quasi sempre in posti diversi e incontrano soltanto persone di una cerchia molto ristretta. Quindi, sono molto difficili da individuare. Non solo. Potrebbero anche non essere più a Gaza. Ma questo, probabilmente, si scoprirà presto.
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