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Per mesi negli Stati Uniti l'allerta è stata sulle possibili interferenze straniere sul voto, nel timore di intrusioni come nelle presidenziali del 2016. Nel frattempo squadre di pirati informatici, quasi sicuramente al servizio di Mosca, agivano indisturbati su altri fronti. E lo hanno fatto per mesi, almeno dalla scorsa primavera. Una maxi offensiva scoperta però solo ora e che ha colpito diverse agenzie federali, compresi i sistemi di posta elettronica del Tesoro e del ministero del Commercio. I danni potrebbero essere incalcolabili. Gli hacker tra l'altro avrebbero avuto libero accesso alle email di due dei più importanti dipartimenti dell'amministrazione, in quello che gli esperti definiscono come l'attacco più grave, più sofisticato e di vasta portata da almeno cinque anni a questa parte, da quando nel 2015-2015 furono presi di mira la Casa Bianca e il Dipartimento di stato.
Le indagini
È ancora presto però per valutare quante informazioni, quanti dati siano stati rubati, e se sia stata sottratta documentazione top secret o che mette a rischio la sicurezza nazionale.
Il Cremlino nega il legame con l'attacco hacker
Intanto Mosca nega ogni responsabilità. «Se gli americani non hanno fatto nulla in proposito per mesi, probabilmente non dovrebbero affrettarsi ad accusare in modo infondato i russi di tutto», ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Ma i sospetti degli Usa cadono proprio sui team di hacker legati all'intelligence russa. Nel mirino degli investigatori federali statunitensi stavolta ci sarebbe non i servizi militari della Gru ma l'agenzia di intelligence Svr che ha particolare competenza per le attività all'estero.
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