Guerra Ucraina, la Russia colpisce le centrali: la contraerea di Kiev cede

La difesa di Kiev non è più in grado di fronteggiare i raid: «Urgenti altri aiuti». Berlino manda nuovi sistemi Patriot ma Zelensky chiede i missili Taurus

Guerra Ucraina, la Russia colpisce le centrali: la contraerea di Kiev cede
Le difese aeree di Kiev cominciano a cedere. E oltre all’ennesima emergenza da registrare ci sono i successi degli ultimi attacchi russi: un martellamento che non ha trovato...

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Le difese aeree di Kiev cominciano a cedere. E oltre all’ennesima emergenza da registrare ci sono i successi degli ultimi attacchi russi: un martellamento che non ha trovato forti resistenze. Un altro grido d’allarme, ieri, lo ha lanciato da Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E intervistato dal Guardian, l’alto funzionario ucraino ha spiegato con parole nette il pericolo che corre il suo Paese. «Il sistema è sovraccarico.

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Ora dobbiamo vedere se riusciamo a mantenere il sistema in funzione, se abbiamo bisogno di più sistemi di difesa aerea, soprattutto contro i missili balistici anti-ultrasonici, e se possiamo ripristinare le strutture distrutte» ha ammesso Podolyak. «Siamo decisamente in deficit». E le sue parole sono confermate da quello che avviene ogni giorno sul campo. Soprattutto da quando la Russia ha avviato la più recente escalation missilistica su tutto il Paese, puntando sulle centrali elettriche. Il problema è stato sottolineato anche dal Washington Post, che ha messo in guardia sul numero sempre più alto di missili e droni russi che riescono a centrare il bersaglio. Il raid sulla centrale elettrica di Trypilska, nella regione di Kiev, è stato un segnale allarmante: visto che l’area intorno alla capitale è quella ritenuta più protetta. E la carenza di missili e di sistemi si avverte con sempre maggiore urgenza. Gli Stati Uniti hanno sbloccato 138 milioni di dollari per l’aggiornamento dei sistemi Hawk. E in attesa che il Congresso dia il via libera al pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari, la speranza di Kiev è rivolta verso gli alleati europei. A rispondere ieri è stata la Germania, il cui cancelliere Olaf Scholz è sotto accusa per non avere voluto cedere i missili Taurus. «A causa dell’aumento degli attacchi aerei russi contro l’Ucraina, il governo tedesco ha deciso di rafforzare ulteriormente la difesa ucraina con l’invio di un sistema Patriot aggiuntivo» si legge in una nota diramata ieri dalla Difesa di Berlino. «Il terrore russo contro le città ucraine e le infrastrutture del Paese sta causando sofferenze incommensurabili», ha commentato il ministro Boris Pistorius. E la notizia dell’arrivo di questi nuovi sistemi è stata accolta da Zelensky come una fondamentale boccata d’ossigeno. «Sono grato al cancelliere Scholz per la decisione di fornire all’Ucraina un ulteriore sistema di difesa aerea Patriot, nonché missili di difesa aerea per i sistemi esistenti», ha scritto su “X” il presidente ucraino, «si tratta di una vera dimostrazione di sostegno all’Ucraina in un momento critico. Invito tutti i leader dei Paesi partner a seguire l'esempio».

LA CRISI

Per Kiev è un momento difficile. Non solo nelle retrovie, ma anche in prima linea. Il comandante in capo, Oleksandr Syrsky, ha confessato che negli ultimi giorni «la situazione sul fronte orientale è peggiorata in modo significativo». Nei settori di Lyman e Bakhmut, l’esercito di Mosca ha continuato a premere per tutte le ultime settimane, complice anche il tempo caldo e secco che ha permesso ai carri e ai blindati di muoversi con facilità su tutti i campi di battaglia. E a preoccupare i comandi ucraini, in queste ore, è soprattutto la situazione nella cittadina di Chasiv Yar, definita dallo stesso Syrsky «difficile e tesa». «Cercano sistematicamente di avanzare», ha confessato un vicecomandante ucraino sentito dal Washington Post.

L’ALLARME

Ieri, le forze armate del Cremlino hanno rivendicato anche la liberazione di Pervomaiske, un villaggio a sud-ovest di Avdiivka. E questo significa che Mosca ha tutta l’intenzione di continuare a premere sul fronte orientale mentre martella con i missili e i famigerati droni Shahed tutto il Paese invaso. Uno scenario da incubo per Kiev, che oltre ai timori per l’esaurimento delle scorte di missili e alle preoccupazioni per la ricerca di nuove reclute, adesso deve fare i conti anche con la questione Zaporizhzhia. Ieri, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha confermato che tutti i sei reattori della centrale nucleare sono stati spenti a freddo. Una mossa che per i funzionari serve a limitare i pericoli di un incidente, visto che l’impianto è ancora al centro di attacchi e di accuse tra russi e ucraini. Secondo il Wall Street Journal, l’obiettivo di Vladimir Putin è quello di riattivare la centrale. Ma il rischio che diventi un campo di battaglia è dietro l’angolo.

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Il Gazzettino