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Non tutti sono d'accordo con i vaccini ai giovani dai 12 anni in su. In Gran Bretagna a sollevare il problema etico è stato il professor Anthony Harnden, accademico dell'università di Oxford e vicepresidente del Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI), l'organismo indipendente britannico di consulenti medico-scientifici chiamato a sorvegliare la campagna vaccinale condotta dal governo di Boris Johnson. La somministrazione ai giovanissimi ha ricevuto il via libera negli Usa, ma anche nell'Unione Europea e nel Regno Unito. Intervistato dalla Bbc, Harnden ha ricordato come solo «una minoranza molto piccola» di bambini sia stata finora soggetta a contagi gravi. E come pertanto occorra essere «assolutamente certi che i benefici superino largamente i rischi». Tanto più che il vantaggio «non sarà in larga maggioranza per i bambini» stessi, ma «riguarderà in modo indiretto la prevenzione della trasmissione del virus» fra gli adulti e in particolare «la protezione degli adulti non vaccinati».
«Vi è poi - ha proseguito Harnden - un'ulteriore questione etica: se sia più urgente vaccinare i bambini in questo Paese o donare vaccini a livello internazionale ai Paesi a basso o medio reddito, dove la maggioranza della popolazione adulta a maggior rischio non è stata ancora immunizzata».
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