Gran Bretagna, «dubbi etici sui vaccini ai 12enni»: il professore di Oxford fa discutere

Gran Bretagna, «dubbi etici sui vaccini ai 12enni»: il professore di Oxford fa discutere
Non tutti sono d'accordo con i vaccini ai giovani dai 12 anni in su. In Gran Bretagna a sollevare il problema etico è stato il professor Anthony Harnden,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Non tutti sono d'accordo con i vaccini ai giovani dai 12 anni in su. In Gran Bretagna a sollevare il problema etico è stato il professor Anthony Harnden, accademico dell'università di Oxford e vicepresidente del Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI), l'organismo indipendente britannico di consulenti medico-scientifici chiamato a sorvegliare la campagna vaccinale condotta dal governo di Boris Johnson. La somministrazione ai giovanissimi ha ricevuto il via libera negli Usa, ma anche nell'Unione Europea e nel Regno Unito. Intervistato dalla Bbc, Harnden ha ricordato come solo «una minoranza molto piccola» di bambini sia stata finora soggetta a contagi gravi. E come pertanto occorra essere «assolutamente certi che i benefici superino largamente i rischi». Tanto più che il vantaggio «non sarà in larga maggioranza per i bambini» stessi, ma «riguarderà in modo indiretto la prevenzione della trasmissione del virus» fra gli adulti e in particolare «la protezione degli adulti non vaccinati».

«Vi è poi - ha proseguito Harnden - un'ulteriore questione etica: se sia più urgente vaccinare i bambini in questo Paese o donare vaccini a livello internazionale ai Paesi a basso o medio reddito, dove la maggioranza della popolazione adulta a maggior rischio non è stata ancora immunizzata».

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino