È morto nella notte a Parigi il filosofo Andrè Glucksmann. Aveva 78 anni. Protagonista del Maggio '68, militante per i diritti umani, fu punto di collegamento fra due...
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Le grandi battaglie per i diritti umani di Andrè Glucksmann hanno segnato i momenti più drammatici degli ultimi 50 anni, a cominciare da quando il filosofo lanciò negli anni Settanta l'appello al presidente francese Valèry Giscard d'Estaing per un intervento in favore dei profughi vietnamiti ribattezzati i «boat people» che fuggivano dalla dittatura comunista in Vietnam. Origini ebraiche dell'Europa centrale e orientale, Glucksmann studiò in Francia e diventò assistente di Raymond Aron, intellettuale di centrodestra alla Sorbona, con il quale si immerse negli studi geopolitici e di dissuasione dalla guerra.
Prima entusiasta della rivoluzione cinese, ruppe nel 1975 con il marxismo pubblicando «La cuoca e il mangia-uomini: sui rapporti tra Stato, marxismo e campi di concentramento», un saggio che segnò un'epoca e fu venduto in decine di migliaia di copie. Fu protagonista, con i «nouveaux philosophes», dell'epoca delle grandi denunce contro il comunismo, arrivando a fare più volte irruzione durante programmi tv in diretta. Il suo impegno continuò negli anni Novanta, quando fece sentire la sua voce per sostenere l'intervento contro la Serbia e criticando sempre più apertamente il «pacifismo».
Fu difensore, al contrario, di un interventismo quasi come dovere, in nome dei diritti dell'uomo, ora in Libia, ora in Siria.
Il Gazzettino