Giulia Schiff e l'esercito dei 20mila soldati di 52 nazionalità che combattono al fianco di Kiev

Un tipo anomalo di guerra mondiale che non vede direttamente e ufficialmente impegnati gli Stati stranieri, ma alcuni suoi cittadini che si arruolano nella legione internazionale ucraina

Giulia Schiff e gli altri: i 20mila soldati di 52 nazionalità che combattono al fianco di Kiev
Il tre per cento sono donne, una è italiana (Giulia Schiff) e la sua storia è diventata virale nelle ultime ore. Ma come lei ci sono altri circa 20mila combattenti...

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Il tre per cento sono donne, una è italiana (Giulia Schiff) e la sua storia è diventata virale nelle ultime ore. Ma come lei ci sono altri circa 20mila combattenti stranieri che si sono arruolati in Ucraina per combattere al fianco di Kiev contro l'invasione della Russia. Appartengono a 52 nazionalità diverse e hanno risposto all'appello lanciato da Zelensky a pochi giorni dall'inizio del conflitto, quando aveva chiamato volontari da tutto il mondo per respingere l'aggressione di Mosca.

Un tipo anomalo di guerra mondiale che non vede direttamente e ufficialmente impegnati gli Stati stranieri, ma alcuni suoi cittadini che si arruolano nella legione internazionale ucraina. Sono i «foreign fighters» che offrono il proprio contributo militare all'esercito ufficiale di Kiev. Non una semplice milizia, ma una vera e propria unità di combattimento al servizio delle forze armate ufficiali.

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I militari stranieri che arrivano da tutto il mondo

I militari stranieri che decidono di combattere per la causa ucraina hanno fra i 25 e gli 80 anni (non stupisca il dato dell'età avanzata perché l'unico vero requisito per essere ammessi è quello di una pregressa esperienza sul campo di battaglia) e provengono da ogni zona del mondo, non solo dai vicini Paesi Baltici o dal Nord Europa, Francia, Germania, Portogallo e dalla Gran Bretagna: molti uomini arrivano infatti dagli Usa e dal Canada, alcuni addirittura dalla Corea del Sud. Altri anche dall'Italia. Fra di loro ci sono delle donne, fra le quali la 23enne Giulia Schiff, l'ex pilota veneziana espulsa dall'aeronautica militare, qualche anno fa al centro delle cronache per aver denunciato più volte di esser stata vittima di mobbing e nonnismo quando era allieva dell'Accademia di Pozzuoli.

 

 

Come vengono smistati

Quando arrivano nei campi di reclutamento, i «legionari» stranieri non svolgono un vero e proprio addestramento ma vengono smistati verso ruoli di competenza, a seconda dell'esperienza guadagnata in molti casi in Iraq o in Afghanistan e in generale in Medio Oriente. Per facilitare il loro arrivo, il ministero degli Affari esteri ucraino ha attivato un sito apposito dove è presente un vero e proprio form da compilare. Inoltre, il presidente Zelensky ha emanato un decreto di revoca dell'obbligo di visto per i cittadini stranieri che desiderano arruolarsi nell'esercito ucraino. Dall'altra parte della barricata, c'è da dire che anche la Russia dispone di una legione straniera che si avvicina nei numeri a quella ucraina: secondo il ministero della Difesa di Mosca sarebbero infatti più di 16mila i militari, in gran parte di provenienza mediorientale, che hanno fatto domanda per combattere al fianco dell'esercito russo. Tuttavia, a differenza dei volontari stranieri che aderiscono alle ragioni di Kiev, secondo alcuni analisti, quelli pro Russia - reclutati dal gruppo Wagner - sarebbero veri e propri mercenari, soprattutto combattenti siriani specializzati in guerriglia urbana.

 

 

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Il Gazzettino