Gerusalemme, minaccia Usa: «Prenderemo i nomi di chi vota la mozione Onu»

Gerusalemme, minaccia Usa: «Prenderemo i nomi di chi vota la mozione Onu»
L'ambasciatrice Usa all'Onu, Nikki Haley, ha twittato una minaccia alla vigilia del voto dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla risoluzione contro il...

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L'ambasciatrice Usa all'Onu, Nikki Haley, ha twittato una minaccia alla vigilia del voto dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla risoluzione contro il riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele.


«All'Onu - ha scritto - ci chiedono sempre di fare e donare di più. Quindi, quando prendiamo la decisione, su volontà del popolo americano, su dove collocare la nostra ambasciata, non ci aspettiamo di essere presi di mira da quelli che abbiamo aiutato. Giovedì ci sarà un voto che critica la nostra scelta. Gli Usa prenderanno i nomi».

L'Assemblea generale dell'Onu voterà giovedì 21 dicembre, in sessione straordinaria la risoluzione, presentata dall'Egitto in Consiglio di sicurezza e bocciata a causa del veto Usa, che condanna la decisione di Washington di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Per essere approvata la risoluzione richiede una maggioranza dei due terzi dei voti. In Assemblea generale non ci sono paesi con diritto di veto ma l'organo non ha potere di rendere una risoluzione vincolante. In ogni caso gli Usa rischiano un nuovo e pesante isolamento, dopo quello subito in consiglio di sicurezza, dove gli altri 14 membri hanno votato a favore.

Il Muro del PIanto «è sempre stato nostro e sempre lo sarà», ha detto intanto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che il riconoscimento da parte di Donald Trump di Gerusalemme capitale di Israele «sarà ricordato per
generazioni così come la visita del presidente Usa al Muro del Pianto lo scorso maggio». 

«Decisioni unilaterali» come quella del presidente americano su Gerusalemme «non porteranno pace, ma anzi la allontaneranno». Lo ha detto mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, oggi nel tradizionale incontro con i giornalisti che precede il Natale. «La politica - ha aggiunto - è la grande assente di questo momento. E questo è fonte di frustrazione e disorientamento. Abbiamo bisogno della politica». 




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Il Gazzettino