Escalation di violenza in Israele. Due israeliani sono stati pugnalati nel centro di Afula, cittadina nel nord di Israele: lo ha detto la polizia. Secondo i media...
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Un palestinese è rimasto ucciso durante scontri fra dimostranti e reparti della polizia nel campo profughi di Shuafat, a nord di Gerusalemme, scrivono il sito israeliano Ynet e il palestinese Quds.net.
Un aumento dei casi di violenza esponenziale in pochi giorni, tanto che il sindaco di Gerusalemme Nir Barakat ha esortato chi è in possesso del porto d'armi a girare armato, specie se si tratta di ex soldati «con esperienza operativa di combattimento».
«Uno dei vantaggi d'Israele è che vi sono molti ex membri di unità militari con esperienze operative di combattimento - sostiene Barakat, citato dal sito Ynet new - il possesso di armi aumenta la fiducia dei residenti, i quali sanno che oltre alla polizia vi sono diverse persone che non hanno paura di intervenire. Se guardiamo alle statistiche a Gerusalemme e altrove vediamo che, oltre alla polizia, ci sono civili armati che hanno sventato attacchi terroristici». Nei giorni scorsi, Barakat si era già fatto riprendere dalla rete televisiva Channel 1 mentre girava armato a Issawiya, un quartiere di Gerusalemme est.
Tensioni anche a Tel Aviv, dove una donna soldato e altri tre israeliani sono stati feriti da un giovane palestinese armato di cacciavite. L'aggressore, riferiscono i media israeliani, è fuggito, ma forze di sicurezza lo hanno inseguito e ucciso. L'attacco, il secondo della giornata in Israele, è avvenuto nei pressi del ministero della Difesa e del quartier generale delle forze armate. Nessuno dei feriti è grave.
Intanto, per evitare il rischio di provocazioni che possano far ulteriormente salire la tensione a Gerusalemme, il primo ministro Benyamin Netanyahu ha vietato ieri sera a tutti i ministri e i deputati di recarsi davanti alla moschea di al Aqsa, nel sito che per gli ebrei è il Monte del Tempio e per i musulmani la Spianata delle Moschee. Oggi è stato chiarito che il divieto è valido anche per i deputati arabo-israeliani. Uno dei motivi di tensione è il convincimento di molti palestinesi che Israele voglia cambiare lo status quo religioso nel sito, malgrado il governo di Netanyahu abbia sempre smentito. Convincimento che è stato alimentato da provocazioni da parte di esponenti dell'estrema destra israeliana. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino