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Passo dopo passo. Il consenso che l’Italia sta costruendo attorno alla revisione delle regole Ue che reggono il mercato dell’energia ha incassato un nuovo punto a favore ieri, nelle conclusioni del Consiglio europeo terminato nel pomeriggio a Bruxelles, che riconoscono espressamente per la prima volta la prospettiva dell’introduzione di un tetto al prezzo del gas fra le ipotesi di lavoro nel breve termine. E arriva pure la benedizione al nuovo tassello per costruire la difesa Ue, fatta di maggiori investimenti industriali comuni, mentre tra oggi e domattina gli ambasciatori formalizzeranno l’adozione del sesto pacchetto di sanzioni.
LA DISCUSSIONE
Il Vertice straordinario dei leader dei Ventisette doveva essere in principio dedicato ai rincari dell’energia e alla difesa comune, ma la discussione si è sviluppata solo ieri, dopo che il primo giorno è stato monopolizzato dalla ricerca della quadra sulle sanzioni all’oro nero. Nel documento finale si legge che «il Consiglio europeo invita la Commissione a esplorare, anche insieme ai nostri partner internazionali, modalità per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la possibilità di introdurre, se del caso, tetti temporanei ai prezzi delle importazioni all’ingrosso». L’esecutivo Ue dovrà adesso svolgere uno studio di fattibilità prima di fissare un intervallo, e farlo d’intesa anche con gli alleati. Un inciso, quell’”anche”, assente in una precedente versione della bozza e che, secondo varie letture, attenuerebbe la portata della necessaria cooperazione nella cornice globale, a cominciare dal G7, prima di fissare un “price cap” europeo.
LA DECISIONE
«Se ci sarà un accordo» sul tetto al prezzo del gas, «la Commissione lavorerà rapidamente per analizzare la possibilità», aveva garantito alla vigilia del summit il commissario all’Economia Paolo Gentiloni.
LO STANZIAMENTO
«Prima della fine di giugno proporremo di stanziare 500 milioni su due anni per incentivare gli appalti congiunti di armamenti per la difesa per ricostituire le scorte» fornite all’Ucraina, ha ricordato la presidente della Commissione, convinta che si aprirà così la strada per fare di più insieme sulla difesa. E per questo pure il Vertice appoggia l’esenzione dell’Iva per progetti militari di comune interesse. Un clima inedito, tanto che proprio oggi la Danimarca andrà alle urne per un referendum sull’adesione alla difesa Ue: i sì sono dati in vantaggio. Sullo sfondo, nella giornata di ieri, è rimasto il compromesso che nella notte tra lunedì e martedì ha consentito di rompere lo stallo registratosi sul sesto pacchetto di sanzioni e dare luce verde allo stop al petrolio a partire da fine anno, anche se inizialmente si colpirà soltanto quello in arrivo via nave e solo in seguito (ma senza precisare da quando) quello via oleodotto. Con l’ok al lotto, Sberbank, la principale banca del Paese, viene scollegata da Swift, la piattaforma internazionale dei pagamenti, mentre il patriarca ortodosso Kirill finisce nella black list. La fatica da sanzioni si sente tutta, tanto che a Bruxelles nessuno vuole per ora davvero parlare di settimo pacchetto, né tantomeno di embargo al gas. «Concentriamoci sull’applicazione di ciò che abbiamo già», ha commentato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
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Il Gazzettino