NEW YORK Dopo tanta attesa e tante previsioni, in maggioranza negative, Donald Trump ha finalmente incontrato Vladimir Putin. E almeno dalle prime reazioni sembra che il...
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E invece Trump e Putin hanno continuato per almeno un'altra ora a discutere, in «modo costruttivo». Ha stupito molti che Trump abbia cominciato l'incontro con il russo proprio chiedendogli conto di quel che Trump stesso finora ha solo parzialmente accettato come vero, e cioè le interferenze cibernetiche di Mosca nelle elezioni presidenziali. Secondo quanto ha riferito il ministro degli Esteri Rex Tillerson, unico altro esponente del governo Usa presente all'incontro, Donald Trump ha esordito con Putin proprio esprimendogli «la preoccupazione del popolo americano per le interferenze». Tillerson ha significativamente ripetuto che Trump è stato «vigoroso» e «robusto» nel suo insistere. Ma allo stesso tempo Putin è stato altrettanto deciso nel negare ogni interferenza, e anzi ha chiesto al collega americano di presentargli le prove dell'aggressione cibernetica.
A sentire il collega di Tillerson, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, anche lui presente, il presidente americano avrebbe a quel punto «accettato il diniego di Putin». Il guaio è che la Casa Bianca nega recisamente che ciò sia accaduto. Ed ecco spiegato perché prima dell'incontro, forse il più importante fra un presidente americano e un russo negli ultimi decenni, vari esperti americani avevano raccomandato che la delegazione Usa fosse più nutrita e che ci fosse almeno un addetto agli appunti. Invece ha sostenuto il New York Times Trump ha voluto accanto solo Tillerson. Un gruppo così ristretto Putin e il suo Lavrov, Trump e Tillerson, e due traduttori fidatissimi sarebbe servito, secondo le spiegazioni della Casa Biana, a «creare un'atmosfera più intima, necessaria perché o due leader si conoscessero». Altri, sempre alla Casa Bianca, hanno rivelato che c'era anche il timore dei soliti leak, e quindi sarebbe stato impossibile poi pilotare la narrazione dei fatti. Dinieghi o no, secondo Tillerson, fra Putin e Trump si è creata «un'ottima atmosfera». E anche se i due leader si sono trovati in disaccordo su vari punti, hanno espresso la volontà di «guardare avanti e cercare un modo per collaborare nel futuro».
IL DISACCORDO
Sulla questione delle interferenze, ad esempio, Tillerson ha riconosciuto che i due Paesi sono divisi da «divergenze irrisolvibili», ma ha detto che verrà creato un gruppo di lavoro per cercare un accordo quadro sull'impegno futuro a non interferire.
Il Gazzettino